Il kiwi va bene per i diabetici

Per molti diabetici, la riduzione nel consumo della frutta è una limitazione vissuta come una grave privazione e restrizione alimentare.

I diabetici, soprattutto quelli affetti da diabete mellito tipo 2, necessitano un controllo della glicemia più accurato delle persone sane. A tal scopo, il professionista della nutrizione che gestisce le abitudini del diabetico dev'essere in grado di "incastrare" tutti gli alimenti più consumati dal soggetto, ottimizzando sia porzioni che frequenze di consumo; la frutta non fa eccezione!

Per il controllo della glicemia, è fondamentale che i diabetici facciano attenzione a non eccedere nel carico glicemico, limitando le porzioni di alimenti ad alta densità glucidica; tra questi: pasta, pane, frutta ed alcuni ortaggi. Ovviamente, analizzando le caratteristiche nutrizionali di questi prodotti è palese che i derivati dei cereali siano più difficili da gestire, ed al confronto, la frutta e gli ortaggi appaiono meno problematici. Questo potrebbe essere un errore! Per i clinici non è certo una novità, ma è opportuno specificare che spesso i diabetici dismetabolici possiedono condotte alimentari assolutamente fuori dall'ordinario; non è raro imbattersi in porzioni di patate, carote e peperoni che raggiungono i 400g, associate ad un consumo giornaliero di frutta che può sfiorare i 1000g/die. Inoltre, la quantità di carboidrati introdotta con questi alimenti andrebbe sommata a quella derivante dai cereali; in tal caso, l'iperglicemia è inevitabile.

Per evitare che i diabetici raggiungano livelli elevati di glucosio ematico, ma senza privarli della frutta e di alcuni ortaggi, è necessario ridurre le frequenze di consumo nonché le porzioni di tutti gli alimenti sopra citati.

I cereali ed i derivati raffinati devono essere ridotti e possono essere sostituiti da alimenti integrali o meglio da leguminose, così come la frutta ad alto indice e carico glicemici dev'essere rimpiazzata (anche se non del tutto) da alimenti della stessa categoria ma meno iperglicemizzanti; lo stesso vale per gli ortaggi.

La frutta (come gli ortaggi, fatta eccezione per le patate) contiene sia fruttosio che fibra alimentare; la fibra solubile consente di ridurre la velocità di assorbimento dei nutrienti ed il fruttosio necessita di essere convertito in glucosio. Entrambe queste due caratteristiche conferiscono alla frutta un buon indice glicemico, ma questo vale per TUTTA la frutta? Vediamo…

Carico Glicemico della Frutta Fresca - Fonti LARN:

all'elenco della frutta sono stati omessi volontariamente la frutta poco consumata e la frutta secca (che non apporta quantità significative di glucidi), oltre a quella disidratata e a quella sciroppata per la loro controindicazione ASSOLUTA nel trattamento dei diabetici.

Per quanto riguarda l'indice glicemico della frutta, i valori più significativi riportati dalle tabelle internazionali sono:

E' abbastanza chiaro che tra la frutta più consumata, quella ad elevato carico glicemico possiede ANCHE un indice glicemico piuttosto rilevante; dev'essere tenuto sotto controllo l'utilizzo di banane ed uva, ma personalmente, ai diabetici non consiglierei di mangiare frequentemente nemmeno mandarini e kaki.

Un'applicazione interessante della frutta a basso indice e carico glicemici potrebbe essere quella di costituire lo spuntino di metà mattina o metà pomeriggio, in modo da non gravare significativamente sul carico glicemico dei pasti principali; ovviamente, si tratta di una strategia che dev'essere ben tollerata dal diabetico.

Per quanto riguarda la frutta più energetica e di rapida metabolizzazione, avendo cura di ridurre le porzioni, dovrebbe essere collocata per lo più nel post esercizio fisico. In questo modo, la finestra anabolica (anche se di ridotta entità) può facilitare i processi di recupero, scongiurare l'iperglicemia e dare la possibilità ai diabetici di inserire con moderazione ogni tipo di frutta nel proprio regime alimentare.

Bibliografia:

  • Linee guida al diabete mellito – European Diabetes Working Party for Older People 2001-2004 – Congresso di Verona 12-14 maggio 2005.
  • Tabelle di composizione degli alimenti INRAN – L. Marletta E. Carnovale

Quando si parla di frutta e diabete spesso il rischio è quello di imbattersi in opinioni contrastanti su quali frutti mangiare. Ancora troppo spesso infatti si sente dire che il consumo di frutta, eccezion fatta per la mela, sia da sconsigliare a chi soffre di diabete.


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CARICO GLICEMICO

Il segreto per conciliare il consumo di frutta e il diabete è selezionare quei prodotti che contengono meno zuccheri e che hanno un basso indice glicemico. In realtà, quando si parla di frutta e diabete, non esistono divieti assoluti.

E' vero, infatti, che alcuni frutti contengono una maggiore percentuale di zuccheri, ma ciò non giustifica un loro completo allontanamento dalla tavola di chi soffre di diabete. Non bisogna mai dimenticare, infatti, che la quantità totale di carboidrati ricavati da un determinato cibo (carico glicemico) è spesso più importante della loro qualità (indice glicemico). In altre parole, quindi, anche la frutta zuccherina può essere consumata con le dovute accortezze, prima fra tutte la moderazione delle quantità. 

QUANTA MANGIARNE?

Per chi soffre di diabete, una porzione di frutta non dovrebbe mai contenere più di 15 grammi di carboidrati. La grandezza di tale porzione varia semplicemente in base al contenuto di carboidrati presenti nel frutto. Sarà dunque ovviamente maggiore per quelli a basso indice glicemico e minore per la frutta che contiene più zuccheri.

Rispettando questa fondamentale indicazione, l'impatto dei due alimenti sui livelli di glucosio nel sangue sarà molto simile, anche se non identico. Oltre al contenuto in zuccheri, è infatti importante valutare la ricchezza in fibra e la forma con cui l'alimento si assume.

Più c'è fibra e minore è il picco glicemico raggiunto dopo la digestione. Per questa ragione il succo d'arancia ha un indice glicemico superiore rispetto al frutto in spicchi, che a sua volta alza meno la glicemia quando si consuma con la parte bianca della buccia perché ricca di pectina.

QUALI FRUTTI SCEGLIERE?

Frutti come cachi, fichi, banane, uva, frutta secca, canditi e frutta sciroppata sono quelli che generalmente vengono sconsigliati alle persone che soffrono di diabete.

Attenzione anche ai succhi di frutta industriali. Molto spesso contengono zuccheri aggiunti.

Via libera invece, seppur con moderazione, a mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche e lamponi.

Alimenti consigliati

  • Ortaggi: piselli, fagioli, ceci, lenticchie
  • Frutta fresca: mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche, lamponi da assumere, ma con moderazione

Alimenti da evitare

  • Frutta fresca: banane, cachi, uva, fichi
  • Consumo saltuario di frutta secca, pesche sciroppate, purè di patate

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Quanti kiwi può mangiare un diabetico?

Inoltre, il kiwi è ricco di fibre e povero di carboidrati: questo aiuta nella gestione della glicemia e a ridurre il colesterolo. Il suo indice glicemico varia da 47 a 58. Mangiare un kiwi al giorno può aiutare, anche in questo caso, a controllare i livelli di glucosio nel sangue.

Quale frutta fa abbassare la glicemia?

Via libera a mele, pere, nespole, fragole, albicocche, arance, pesche e lamponi. Per la glicemia alta attenzione invece a banane, uva e frutta secca.

Che indice glicemico ha il kiwi?

I kiwi Zespri hanno un basso IG I kiwi Zespri Green hanno un IG di 39,2 mentre i kiwi Zespri SunGold hanno un IG di 49,3 cosa che fa rientrare entrambi nella categoria di alimenti a basso IG.

Quali sono i frutti a basso indice glicemico?

Tra la frutta a basso indice glicemico e a basso carico glicemico troviamo: le ciliegie, le prugne, il pompelmo, le mele, le pere, le fragole, le albicocche, le arance, le pesche e i lamponi.