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In questo post voglio finalmente rispondere ad una domanda cruciale che molti di voi ci hanno fatto scrivendo alla nostra mail e che è questa: “Se lavoro all’estero, devo pagare le tasse in Italia?” Capisco il dubbio, quindi ho deciso di dare priorità a questo argomento e spiegarti come funziona la residenza all’estero e dove pagare la tasse poiché è un tema molto complesso, che spesso genera tanta confusione. Se hai lavorato per un anno o più all’estero, si avvicina il momento di pagare le tasse e hai bisogno di capire se pagarle all’estero, in Italia, o in entrambi i Paesi. Bene, è arrivato il momento di fare chiarezza. Stiamo parlando di soldi che ti sei guadagnato con lavoro, fatica, sudore e tenacia, giusto? Ok, una volta arrivato alla fine del post sarà tutto più semplice perché ti spiegherò cosa e come fare per evitare errori e confusione. Se hai bisogno di aiuto da parte dei nostri consulenti che si occupano proprio di questa materia nei diversi paesi, puoi contattarli cliccando qui. Fatta questa premessa, iniziamo! INIZIA DA QUI
LA BUROCRAZIA
DOVE ANDARE A VIVERE
RESIDENZA ALL’ESTERO: E LE TASSE?Quando si parla di lavoro e di tasse è importante iniziare a chiarire che tutto dipende dalla tua RESIDENZA, o meglio dalla tua RESIDENZA FISCALE. Quindi, procediamo per gradi. Ti faccio una domanda: dove hai la residenza anagrafica? Immagino due possibili risposte:
L’AIRE è l’anagrafe dei cittadini italiani residenti all’estero. Come ho già detto, essere iscritto all’anagrafe degli italiani residenti all’estero può darti molti vantaggi, oltre al fatto che è un obbligo da tenere d’occhio per evitare problemi e complicarsi la vita. Quindi, se per ora non riesci a leggere l’articolo, ecco qualche nota veloce: Tutti i cittadini italiani che risiedono all’estero per un periodo superiore ad un anno, hanno l’obbligo di iscriversi all’A.I.R.E. Quindi, se pensi di stare all’estero per più di dodici mesi, o se già ci vivi da più di un anno, devi dichiarare il tuo trasferimento e procedere con l’iscrizione. Come fare? Ci sono vari modi. Eccoli: il mio consiglio è quello di andare direttamente al Consolato Italiano all’estero. Prima di andarci però ti conviene scaricare il modello che troverai sul web. Compilalo prima in ogni sua parte, e poi vai a consegnarlo. Eviterai di doverci tornare due volte perché preparare il modulo ti richiederà un po’ di tempo. Recati poi al Consolato fornito già di tutta la documentazione da allegare al modello. Ricordati di portare con te un documento (carta di identità o passaporto) e potrai consegnare il modulo per l’iscrizione. Successivamente sarà lo stesso Consolato ad inviare il tutto al Comune di residenza da cui provieni. In alternativa, prima di partire, puoi recarti presso il Comune italiano in cui risiedi e presentare la dichiarazione di trasferimento. Se non ti stai trasferendo da solo, ma ti segue tutta la famiglia, dovrai richiedere il trasferimento per tutti. Non serve che andiate insieme in Comune. Può andarci una persona per tutti, ma l’importante è che abbia anche i documenti di identità degli altri. Occhio però! Perché se presenti la richiesta al Comune, sappi che entro 90 giorni dall’arrivo all’estero dovrai comunque recarti presso il Consolato e fare la dichiarazione di espatrio. Cosa accade dopo? Una volta che hai ottenuto la tua iscrizione all’A.I.R.E, verrai cancellato dall’anagrafe del Comune italiano da cui provieni (A.P.R) e iscritto nell’elenco dell’anagrafe dei residenti all’estero. Non hai l’obbligo di iscriverti all’A.I.R.E se invece resti all’estero per un periodo inferiore ai 12 mesi. Nota bene: L’iscrizione all’A.I.R.E. è Free.
Ma perché ti ho parlato dell’A.I.R.E.? Perché registrare la propria residenza all’estero è il primo passo da fare se vuoi lavorare in modo permanente in un altro paese e pagare le tasse all’estero. Finché la tua residenza sarà in Italia, pagherai le tasse in Italia, o almeno, anche in Italia. A questo dedico le prossime righe, ma prima voglio sfatare un’altra questione, perché è l’errore più frequente che molti fanno. Sai qual è questo errore? Quello di pensare che se sei iscritto all’A.I.R.E. e hai un lavoro e una residenza all’estero, tu non debba pagare le tasse in Italia. Attento a non fare confusione e sottovalutare questa questione, perché potresti pentirtene dopo! Perciò ora ti spiego nel modo più concreto come funziona la residenza all’estero e dove pagare le tasse. Lo so, non è semplice, ma è importante! Facciamo una distinzione chiara: una cosa è la residenza, altra cosa è la residenza fiscale. Te lo ricordo di nuovo: abbiamo detto che la prima cosa è avere la residenza all’estero. Ok, hai ottenuto la tua iscrizione all’A.I.R.E. Ma questo significa solo che tu non risiedi in Italia, non che non devi pagare le tasse in Italia! Ora ti faccio un’altra domanda: dov’è la tua residenza fiscale? Ricordati bene questa distinzione: residenza e residenza fiscale non sono la stessa cosa. Certo, la residenza all’estero è senza dubbio il primo passo da compiere, ma puoi considerarti fiscalmente residente all’estero (e dunque dovrai pagare le tasse all’estero) solo se per la maggior parte del periodo di imposta, ossia per almeno 183 giorni nell’arco di un anno (o 184 per gli anni bisestili) tu risulti:
Infatti ecco cos’è la residenza fiscale: è la residenza, il luogo (il Paese) in cui si trovano la sede principale del tuo lavoro, e la tua abitazione ordinaria, insomma LA TUA VITA!!! Sai perché te lo sottolineo? Perché un problema che tanti hanno dovuto risolvere è stato quello di dover dimostrare che la loro residenza all’estero non era “fittizia”. Troppo facile pensare che siccome hai cambiato residenza, nessuno verrà a chiederti l’IMU per la tua casa in Italia! 😉 Per questo motivo, quando è il momento di pagare le tasse, e pensi di doverle pagare solo all’estero, è importante ricordarti delle eventuali proprietà che possiedi in Italia e inoltre poter dimostrare che la tua residenza fiscale all’estero non è “fittizia”, cioè che non è apparente ma reale. Come si fa a dimostrarlo? Cosa può essere richiesto? Sono le cosiddette PROVE DOCUMENTALI. Ora, se hai bisogno di approfondire l’argomento, ti consiglio di dare un’occhiata alla nostra guida intitolata appunto “Speciale AIRE, tasse e sanità” E sai perché? Perché questa guida, che sta letteralmente spopolando tra gli Italiani all’estero, garantisce una serie di soluzioni, in pochi e semplici passi. Si, hai capito bene! Con questa guida riuscirai a trovare una risposta alle tue tante domande e potrai ricominciare finalmente a dormire sonni tranquilli! Curioso? La consulenza consiste in una relazione dettagliata che prende in esame la tua situazione specifica (ovviamente viene tutelata e garantita la privacy) e ti fornisce le risposte ai quesiti che poni oltre ad un quadro generale che può chiarirti, con riferimenti normativi, come stanno le cose e come comportarti. Per saperne di più, clicca a questo link! Dicevamo… Se i tuoi figli sono iscritti ad una scuola nel Paese estero in cui vivi, nessuno potrà mai pensare che la tua residenza all’estero sia fittizia o sia solo un modo per pagare le tasse in un Paese dove la tassazione è inferiore che in Italia! Al contrario invece, se tu lavori all’estero ma tutta la tua famiglia vive e lavora in Italia, hai una macchina che circola regolarmente, oppure se hai dei beni tipo case o altre proprietà in Italia, sei iscritto in palestra magari, è difficile dimostrare che la tua vita principale sia altrove… Come fare allora? Se hai la residenza all’estero, un contratto di lavoro con una ditta estera o una Partita IVA estera, un conto corrente estero su cui ti versano lo stipendio, allora non devi pagare le tasse in Italia, o meglio, dovrai pagare in Italia sono le tasse relative ai redditi prodotti in territorio nazionale o i beni posseduti in Italia. Una cosa infatti da controllare e verificare è la cosiddetta DOPPIA TASSAZIONE. Ora ti spiego cosa vuol dire, anche se solo il termine “doppia tassazione” può spaventarti. In realtà non è un dramma! La doppia tassazione si riferisce ai redditi che vengono tassati sia in Italia che all’estero. Ma attenzione! Non devi pagare le tasse due volte. Le devi solo pagare per una parte in un Paese, ed il rimanente nell’altro Paese. Questo caso si verifica spesso e per questa ragione tra molti Paesi ci sono le convenzioni che sciolgono il nodo della doppia tassazione e chiariscono la questione. Ovviamente questo cambia a seconda del Paese estero, perché le convenzioni fiscali esistenti tra l’Italia e gli altri Stati non sono tutte uguali. Tranquillo però, perché è una cosa nota ad ogni buon commercialista. Tu però devi sapere che esistono! Ricapitolando dunque, e sintetizzando il più possibile, il principio generale su cui si basa la legge è il seguente:
Bene, spero di esserti stato d’aiuto anche questa volta e di averti spiegato bene come funziona la residenza all’estero e dove bisogna pagare le tasse. Infine, un documento che ho trovato molto interessante e che consiglio di leggere a chi volesse approfondire l’argomento, è la guida fiscale per i non residenti pubblicata sul sito dell’Agenzia delle entrate e che trovi qui. Quindi, se sei arrivato gloriosamente fino a qui, ti invito a postare nei commenti la tua esperienza. Ma anche se hai domande, non esitare a scrivermi. […] Ehi, aspetta un attimo prima di cambiare pagina. Se sogni di trasferirti ma non sai da dove cominciare, ecco un test che ti aiuterà a capire qual è la strada da percorrere. Bene, ora siamo davvero pronti. Clicca qui e scarica gratuitamente la guida che ti svelerà quali sono le 11 cose da sapere prima di trasferirsi all’estero… In bocca al lupo! Francesco 464 commenti su “RESIDENZA ALL’ESTERO: E LE TASSE?”
Lascia un commentoChi si iscrive all AIRE perde la residenza in Italia?Il cittadino che intende lasciare l'Italia per oltre un anno, chiede al proprio Comune di residenza la cancellazione dall'anagrafe della popolazione residente e l'iscrizione all'AIRE. Questo tramite procedura online vista nel punto precedente. L'iscrizione d'ufficio all'AIRE.
Cosa comporta la doppia residenza?LA RESIDENZA DELLE PERSONE FISICHE IN DUE O PIU' PAESI. DOPPIA RESIDENZA (O PIÙ RESIDENZE) Il contribuente, abitante all'estero e magari iscritto anche nell'anagrafe del comune estero, se conserva la propria iscrizione anche nell'anagrafe della popolazione residente, viene presunto residente fiscalmente in Italia.
Come avere una doppia residenza?Non si può avere una doppia residenza ma si può avere un domicilio diverso dalla residenza anagrafica. La doppia residenza in Italia non è ammessa in quanto ammetterla significherebbe riconoscere due dimore abituali della stessa persona, il che, a meno che non si abbia il dono dell'ubiquità, è di fatto impossibile.
Che differenza c'è tra domicilio e residenza?La residenza è nel luogo in cui la persona ha la dimora abituale (art. 144 c.c.) Il domicilio di una persona è nel luogo in cui essa ha stabilito la sede principale dei suoi affari e interessi (art. 14 Cost., artt.
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