La sensazione di non aver vuotato completamente la vescica è causata dalla presenza di una quantità residua di urine. I rimedi per questo disturbo variano in base alla gravità del problema: esistono trattamenti chirurgici, trattamenti farmacologici e altri rimedi. Show
Le cause dell’incompleto svuotamento vescicale possono essere diverse, motivo per cui possono essere individuate con chiarezza da un urologo, che, sulla base della diagnosi, può prescrivere il trattamento più indicato al problema. Accanto alla valutazione da parte dello specialista, esistono alcuni rimedi naturali che possono essere d'aiuto quando la vescica non si svuota completamente. La corretta alimentazione e le buone abitudiniUna corretta alimentazione è fondamentale per la nostra salute. Quando la vescica non si svuota completamente sarebbe meglio eliminare dalla propria dieta i cibi piccanti, salati e le bevande alcoliche in favore, invece, di frutta e verdura. I rimedi fitoterapiciQuando la vescica non si svuota completamente può venire in nostro aiuto anche la natura, sotto forma di rimedi fitoterapici. I più indicati per questo disturbo sono:
I rimedi omeopaticiL'effetto terapeutico dei rimedi omeopatici è ancora oggetto di discussione in ambito medico. Per l’incompleto svuotamento vescicale uno dei più usati è Chimaphila Umbellata, utilizzato anche in caso di ipertrofia prostatica e in tutti i casi in cui la minzione risulta dolorosa e si avverte un senso di bruciore. Quando sono invece presenti blocchi urinari ripetuti oppure calcolosi, si utilizza in genere Pareira Brava, utile in tutti quei casi in cui la minzione è difficoltosa e si hanno problemi a svuotare completamente la vescica pur in presenza di un continuo stimolo a urinare. Ritenzione urinariaLa ritenzione urinaria è l’impossibilità di espellere l’urina e di vuotare la vescica. Il sistema costituito dall’uretra e dalla vescica (sistema uretro-vescicale) ha due funzioni fondamentali: di serbatoio e di pompa. L’urina, che è prodotta in maniera continua dai reni, viene trasportata attraverso gli ureteri alla vescica che, riempiendosi, si distende gradualmente. La funzione della vescica è regolata dal muscolo detrusore, che costituisce sostanzialmente la parete della vescica e dallo sfintere vescicale posto sul pavimento della vescica, all’imbocco dell’uretra. Quando la vescica riceve l’urina, si gonfia fino a contenere, in condizioni normali, in media un volume di circa 400-500 cc di urina. La distensione della vescica è permessa dal muscolo detrusore, che si rilascia, mentre lo sfintere si contrae per evitare la perdita di urina. Quando la vescica è sufficientemente distesa, i meccano-recettori presenti nella sua parete inviano attraverso l’innervazione sensitiva impulsi al sistema nervoso centrale dove, attraverso una complessa integrazione delle informazioni tra i centri del midollo spinale e i centri nervosi situati nell’encefalo, viene elaborata una risposta che raggiunge la vescica attraverso nervi pelvici e pudende. Solo l’integrità anatomica e funzionale di tutti questi centri e delle vie di connessione nervose tra essi garantiscono il controllo, la funzione e la coordinazione dell’attività dei muscoli della vescica e quindi la minzione, con la quale l’urina viene così “pompata” attraverso l’uretra all’esterno. Per espellere l’urina sono necessarie 4 condizioni.
Questo complesso meccanismo può essere alterato da diverse cause. Si possono distinguere cause neurologiche, che agiscono cioè alterando i meccanismi nervosi che regolano la minzione, e cause di altro tipo, in genere meccaniche, che impediscono il normale flusso nell’uretra e le impediscono di “spingere” l’urina all’esterno. Torna al menù Cause neurologiche
Torna al menù Cause meccanicheLe cause meccaniche che possono determinare un’ostruzione dell’uretra sono molto più frequenti nel sesso maschile per la maggior lunghezza dell’uretra nell’uomo e per la presenza della prostata. Si possono quindi riconoscere le seguenti situazioni:
Torna al menù Complicazioni della ritenzione urinariaLa ritenzione urinaria può essere acuta o cronica. Nella forma acuta la sintomatologia è caratterizzata da dolore ai quadranti addominali inferiori, stato di agitazione fino a un quadro di vera e propria confusione mentale soprattutto nelle persone anziane. La ritenzione d’urina è pericolosa e costituisce un’emergenza medico-chirurgica, nel senso che si rende necessario un trattamento d’urgenza. Torna al menù Complicazioni della ritenzione acuta
Torna al menù Cosa fareCome abbiamo visto, la ritenzione urinaria è una condizione che può avere origine da numerose cause, diverse diverse tra loro e alcune anche piuttosto serie. Non c’è molto, quindi, che si possa fare in autonomia, senza il consulto di personale esperto, ma è importante riconoscere la situazione di emergenza e agire tempestivamente, chiamando un medico. L’aspetto sul quale si può agire è quello della prevenzione, applicabile soprattutto in quei casi in cui la ritenzione è dovuta a cause batteriche che hanno provocato un’infezione: per questo, si rimanda alla lettura del box “Consigli utili a prevenire le infezioni intime”. Cosa può fare il medico Qualunque sia la causa della ritenzione urinaria la soluzione è sempre quella di posizionare un catetere in vescica per permetterne lo svuotamento. Questo intervento deve essere considerato un intervento d’urgenza. In una seconda fase si deciderà il trattamento della causa che ha portato alla ritenzione urinaria. Saranno necessarie quindi alcune indagini diagnostiche, dopo le quali verrà deciso il trattamento più opportuno per evitare un nuovo episodio di ritenzione. Nella fase acuta un catetere può essere posizionato in vescica attraverso 2 differenti accessi:
Il primo tentativo deve essere sempre quello dell’inserimento attraverso la via transuretrale, ma se questa è ostruita non sempre la procedura ha successo. È necessario che l’inserimento del catetere vescicale venga eseguito da personale sanitario esperto (medico o infermiere professionale), che sappia scegliere il tipo di catetere più adatto (dimensioni, forma e materiale) e che sappia eseguire la procedura in modo corretto (sterilità e perizia), in modo da non provocare danni. Quando non è possibile inserire il catetere per questa via, se la vescica è ben distesa, è possibile inserire il catetere per via sovrapubica perforando la cute e la parete vescicale con un grosso ago cavo, entro il quale far poi passare il catetere vescicale. Quando proprio non è possibile eseguire la cateterizzazione né per via uretrale né per via sovrapubica, in casi molto rari, si rende necessario un accesso chirurgico vero e proprio tale da consentire lo svuotamento della vescica. Vaginiti Le infezioni dell’apparato genitale femminile a carico di vulva e vagina costituiscono un problema assai diffuso nella popolazione femminile in età fertile. Basti pensare che circa 3 donne su 4 nella fascia di età compresa fra i 15 e i 45 anni ha avuto o avrà nel corso della propria vita almeno un episodio infettivo e che di loro la metà circa avrà anche un secondo episodio. Torna al menù CauseNella maggior parte dei casi, le infezioni vulvo-vaginali si trasmettono per via sessuale, ossia per contatto diretto fra le mucose genitali femminili e maschili infette, nel caso di rapporti sessuali non protetti da preservativo. A questo poi si aggiungono altri fattori di rischio che predispongono alle infezioni stesse, quali una cattiva igiene intima, l’uso di detergenti intimi sbagliati, di indumenti stretti, l’uso eccessivo di assorbenti interni, la promiscuità dei rapporti sessuali, il diabete, la menopausa. Tutti questi fattori modificano l’acidità naturale che esiste nella vagina e che costituisce un fondamentale fattore di protezione della mucosa vaginale, in quanto impedisce ai batteri nocivi provenienti dall’esterno di attecchire e di proliferare in vagina. Torna al menù Segni e sintomiUn’infezione vulvovaginale provoca solitamente la comparsa di perdite intime maleodoranti e più abbondanti rispetto a quelle abituali. Associati alla leucorrea (termine medico che indica appunto l’aumento delle perdite vaginali), spesso compaiono bruciore, prurito, talvolta un vero e proprio dolore e difficoltà nei rapporti sessuali. Se le perdite si presentano più abbondanti e biancastre, con consistenza simile alla “ricotta”, associate a intenso prurito esterno e interno, ci troveremo verosimilmente di fronte a un’infezione da Candida (un fungo abitualmente presente in vari distretti del nostro organismo che prolifera in modo cospicuo in caso di alterazione dell’acidità vaginale, con produzione abbondante di questo muco biancastro). Se, invece, le perdite si presentano grigiastre o gialloverdastre, schiumose e maleodoranti, associate a prurito più o meno intenso e a bruciore nell’urinare, la causa sarà probabilmente un’infezione da Trichomonas vaginalis. Infine, se le perdite sono abbondanti, filamentose e spesso non associate ad altri sintomi particolari, è più probabilmente presente una vaginite cosiddetta aspecifica. Cosa fare Sulle vaginiti si può agire soprattutto a livello di prevenzione, soprattutto se se ne è già sofferto o se si frequantano palestre, saune o piscine e durante la stagione estiva. Per questo, fare riferimento al box “Consigli utili a prevenire le infezioni intime”. Torna al menù Cosa può fare il medicoLa terapia delle infezioni vaginali si avvale dell’uso di antibiotici e antimicotici, farmaci in grado di uccidere i batteri e i funghi che si trovano in quantità eccessiva in vagina; la somministrazione può essere orale (per esempio compresse per bocca in singola dose quotidiana) oppure locale (applicazione di ovuli o creme in vagina e all’esterno, sulla vulva). Solitamente si associano anche lavande con farmaci antisettici o rinfrescanti, che facilitano la fuoriuscita delle secrezioni e danno sollievo all’infiammazione locale. L’utilizzo di questi farmaci deve sempre essere valutato dal medico curante o dallo specialista ginecologo. È buona norma evitare il “fai da te”, perché le infezioni possono diventare croniche o recidivanti. Nei periodi di terapia è bene astenersi dai rapporti sessuali e, comunque, in alcuni casi, il medico potrà decidere di trattare anche il partner sessuale della paziente affetta da vaginite, proprio per evitare che la persistenza del germe nelle vie genitali maschili possa poi ritrasmettere l’infezione con i rapporti sessuali successivi (se non si ha l’abitudine di usare il preservativo), innescando un meccanismo noto come infezioni ping-pong. Torna al menù Quando hai lo stimolo di urinare ma non riesco?La ritenzione urinaria è spesso una complicanza di patologie urogenitali o neurologiche; il disturbo è più frequente all'aumentare dell'età, soprattutto tra gli uomini, nei quali le patologie prostatiche o le stenosi dell'uretra causano ostruzione al flusso dell'urina.
Cosa fare in caso di blocco urinario?In genere, la terapia sintomatica che i medici adottano in presenza di blocco renale prevede: Il ricorso a farmaci contro la ritenzione idrica (soprattutto diuretici). La somministrazione di farmaci che prevengono l'accumulo di potassio nel sangue (sodio polistirene sulfonato e simili).
Perché bevo tanta acqua e non faccio pipì?Quando la vescica è piena deve essere svuotata!
Se bevi e continui a riempire la vescica senza fare pipì, potrebbe verificarsi un reflusso ai reni con gravi conseguenze sulla tua salute.
Quando si blocca la vescica?Causa. Il fenomeno può presentarsi in acuto o essere una patologia cronica: Ritenzione urinaria acuta: la sintomatologia è dolorosa e si presenta improvvisamente, con difficoltà nella minzione nonostante la sensazione che la vescica sia piena; Ritenzione urinaria cronica: il fenomeno è duraturo nel tempo ed è indolore.
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