Cosa mangiare quando si ha la gastroenterite

Introduzione

La diarrea è sintomo di un disturbo dell’apparato digerente ed è caratterizzata da una produzione frequente di feci liquide o non ben formate: può essere

  • acuta, cioè iniziare all’improvviso e guarire dopo pochi giorni,
  • cronica, quando dura più a lungo nel tempo.

Tra le cause più comuni ricordiamo il contagio da parte di virus e batteri, oppure vere e proprie intossicazioni alimentari.

La nausea, cioè la sensazione di avere lo stomaco in disordine, può essere accompagnata dalla voglia di vomitare o dal vomito effettivo di alimenti non completamente digeriti. Anche nausea e vomito sono sintomi di malesseri spesso collegati a malattie dell’apparato digerente, con cause sovrapponibili quasi completamente a quelle in grado di provocare diarrea.

Sopratutto nel caso di diarrea è importante riuscire a reintegrare le sostanze perse con le numerose scariche, ma non sempre è chiaro cosa mangiare; la dieta BRAT era nata in passato proprio per dare risposte concrete a questa domanda, anche se ad oggi è stata sostituita da piani alimentari più completi dal punti di vista nutrizionale.

iStock.com/GOLFX

Dieta BRAT

BRAT è un acronimo che sta per banana, riso, mela (apple in inglese) e pane tostato.

Nel caso di disturbi gastrointestinali non gravi (come l’influenza intestinale) a carico dello stomaco o dell’intestino, può essere utile modificare la dieta per poter iniziare il processo di guarigione.

Secondo i principi della dieta BRAT nelle prime sei ore dopo aver vomitato è indispensabile far riposare lo stomaco. Dopo circa un’ora o due, si può succhiare una caramella dura (senza masticare), per poi passare a un ghiacciolo oppure bere un sorso d’acqua se la nausea continua.
Durante il primo giorno si reintroducono gradualmente i liquidi trasparenti (cioè senza fibra) se il vomito è cessato.

È consigliabile iniziare con un sorso o due ogni dieci minuti, che può essere di:

  • acqua,
  • acqua poco frizzante,
  • tè non troppo carico,
  • brodo (trasparente e non grasso).

Se i sintomi della nausea o del vomito si ripresentano, è necessario iniziare di nuovo il processo, rimanendo a digiuno per un’ora circa.

Dal secondo giorno è possibile reintrodurre gli alimenti insipidi come banana (utile per gli zuccheri e i sali contenuti), riso, mele cotte, cracker e pane tostato.

Dal terzo giorno si tende a normalizzare la dieta, reintroducendo per esempio uova, frutta e verdura cotta, carne bianca.

Gli alimenti da evitare tassativamente sono:

  • latte e derivati (per i primi tre giorni),
  • alimenti fritti, grassi, unti e speziati,
  • carni rosse,
  • pesci grassi,
  • verdura cruda,
  • frutta e verdura acida (pompelmi, arance, uva e pomodori),
  • altri tipi di frutta (ciliegie, fichi, mirtilli, uva passa, rabarbaro, lamponi e fragole),
  • bevande molto calde o molto fredde,
  • alcolici,
  • caffè e bevande a base di caffeina.

Indispensabile bere molta acqua, meglio ancora se con disciolti sali reidratanti.

Contattare il medico in caso di

  • persistenza dei sintomi dopo 24 ore di dieta stretta,
  • diarrea cronica,
  • comparsa di altri disturbi come
    • febbre,
    • dimagrimento,
    • capogiro (sensazione di essere sul punto di svenire),
    • sanguinamento rettale,
    • severi dolori addominali.

Dieta CRAM

La critica che viene mossa nei confronti della dieta BRAT e che ne ha determinato un progressivo abbandono nella pratica clinica, è l’eccessiva restrizione nella scelta degli alimenti consentiti, che si traduce in un regime alimentare squilibrato ed incompleto.

Il riso e le banane possono aiutare a ridurre gli episodi di diarrea, ma incentrare la dieta esclusivamente su questi alimenti è controproducente per il pericolo di carenza di:

  • energia pronta all’uso,
  • grassi,
  • proteine,
  • fibra,
  • vitamina A,
  • vitamina B12,
  • calcio.

Un’alternativa recente che si propone di supplire a questi limiti è la dieta CRAM, proposta per integrare la dieta BRAT e renderla maggiormente compatibile con le attuali conoscenze relativamente al problema diarrea; questo approccio prevede di introdurre principalmente:

  • Cereali,
  • Riso,
  • salsa o succo di mela (Apple, in inglese),
  • latte (Milk, in inglese).

Il latte viene scelto, sopratutto nel caso dei bambini, per sopperire alle necessità di proteine e grassi, nonostante il divieto del piano alimentare precedente; si noti che alcuni specialisti consigliano di consumarlo solo in caso di diarrea non grave, mentre nei casi più severi sono da preferire soluzioni reidratanti.

Negli adulti è probabilmente opportuno evitarlo del tutto a causa della diffusa intolleranza al lattosio.

Di fondamentale importanza è un corretto piano di reidratazione, cioè bere abbondanti liquidi (possibilmente ricchi di sali minerali), per sopperire alle perdite causate dalla diarrea o dal vomito; nel caso di bambini si ricorre a specifiche bustine acquistabili in farmacia, mentre per gli adulti potrebbe essere tollerabile l’utilizzo di soluzioni reidratanti per sportivi (troppo dolci per i bambini, che corrono il rischio di veder peggiorare i sintomi).

Dieta e diarrea: le evidenze più recenti

Come sottolinea anche l’Istituto Superiore di Sanità non è probabilmente necessario abbandonare le normali abitudini alimentari quotidiane, anche se devono essere evitati, sopratutto nei bambini, alimenti e bevande dolci che possono peggiorare il quadro di diarrea (perché in grado di richiamare acqua nell’intestino).

La Società Italiana di Pediatria afferma che le diete restrittive non si sono dimostrate utili e andrebbero quindi evitate, continuando ad attenersi alle comuni indicazioni per un’alimentazione corretta, consumando al limite pochi alimenti solidi o addirittura nessuno finché non venga recuperato l’appetito.

È invece di fondamentale importanza garantire una corretta reidratazione, soprattutto nei bambini, eventualmente ricorrendo a specifiche soluzioni reidratanti (nel caso di persistenza dei sintomi l’acqua da sola potrebbe disidratare ulteriormente a causa della ridotta quantità di sali minerali nell’organismo).

È consigliabile riprendere una normale alimentazione attraverso la somministrazione di pasti  piccoli e frequenti, pianificando un graduale ma progressivo aumento della quantità di calorie.

Come faccio a far passare la gastroenterite?

prendere del paracetamolo, se si hanno febbre o dolori. riposare. prediligere alimenti semplici come zuppe (zuppa di carote in particolare), riso, pasta o pane, se si ha voglia di mangiare. evitare latticini, caffeina, alcol, cibi grassi o molto conditi.

Cosa mangiare a colazione se si ha la gastroenterite?

Pane tostato, fette biscottate, grissini o cracker sono da preferire tra i cereali e tra i primi alimenti da reinserire in presenza di vomito. Patate, che non sono verdure , ma carboidrati al pari di pasta e pane.

Cosa bere quando si ha la gastroenterite?

Ancor prima di pensare a cosa mangiare, con la gastroenterite è raccomandato idratarsi il più possibile. Infatti, in caso di vomito o diarrea, l'organismo perde un'eccessiva quantità di sali minerali e liquidi che devono essere reintegrati con acqua, tè, tisane e brodi leggeri, meglio se di verdure.

Quanto tempo dura la gastroenterite?

La gastroenterite virale si manifesta in forma acuta, cioè compare all'improvviso e ha una durata limitata nel tempo: nella maggior parte dei casi si risolve nell'arco di pochi giorni, in genere non più di 7-10.

Toplist

L'ultimo post

Tag