Metodi per far fare la cacca al neonato

Metodi per far fare la cacca al neonato

I bambini appena nati necessitano di particolari attenzioni e ogni neo genitore impara da subito a dare attenzione a tutti i bisogni richiesti da proprio figlio. Ogni pianto può essere un campanello d'allarme per mamma e papà, ma non sempre è necessario spaventarsi.
Esistono però cose che possono raccontare molto riguardo alla salute del neonato, come la pupù.
La cacca di vostro figlio può presentarsi in diversi modi: colore, dimensione, frequenza sono segnalatori importanti.

Verifica disponibilità kit

Un bebè sano che viene allattato al seno è in grado di evacuare 2/6 volte al giorno, mentre un neonato che assume latte artificiale ha una frequenza minore che va da 1 a 4 volte al giorno.
Se il bambino già nei primi giorni di vita, si presenta stitico i motivi possono essere diversi: ma cosa fare? Eccovi i consigli di Misskappa.

Stitichezza nel bambino allattato al seno
In realtà, in questo caso non parliamo di stitichezza.
Il bambino deve veramente imparare a fare la cacca, deve capire come stimolare la muscolatura del retto e far fuoriuscire le feci. In questo caso, la pupù del neonato è di colore giallo con odore sgradevole e consistenza informe quasi liquida.

Come dicevamo, per il neonato è difficile evacuare con naturalezza, visto anche lo sfintere immaturo. Se il vostro piccolo non riesce a fare la pupù, quindi, attendete anche diversi giorni (anche 5/6 giorni), il bambino imparerà a liberarsi da solo.

Potete anche provare una stimolazione meccanica semplicissima. Al momento del cambio pannolino alzate le gambe del bebè e con un cotton fioc battete delicatamente nel contorno dell’ano in modo da stimolare evacuazione.

È più facile ed efficace a farsi che a dirsi!

Verifica disponibilità kit

Stitichezza nel bambino allattato artificialmente
Se invece il vostro bambino prende il latte artificiale, la cacca si presenterà più compatta e pastosa con colorazione che varia dal giallo al verde. Nel caso di pupù dura ogni 3 giorni, cosa fare?
Un massaggino al pancino è l'ideale, soprattutto se sono in atto le coliche. Premete, quindi, delicatamente sul pancino assumendo un movimento circolare in senso orario, cosi da accompagnare il transito intestinale.
Oltre a questo manovra, provate anche a stimolare l'evacuazione spingendo delicatamente le sue gambine verso il petto, facendo un piccola pressione sui piedi del neonato.
Anche in questo caso potete provare la stimolazione meccanica con cotton fioc.
Se queste procedure non funzionano, contattare il proprio pediatra che potrebbe consigliarvi un cambio latte o l'acquisto di un sondino.

Verifica disponibilità kit

Questi erano i nostri consigli su cosa fare in caso di stitichezza nel neonato.
Vi ricordiamo che comunque è sempre bene consultare il proprio pediatra prima di prendere decisioni avanzate.

La stitichezza come la diarrea è una modificazione delle pupù del tuo Bebè, una sorta di anomalia. Non ci sono solo questi 2 casi in cui si modifica sia la consistenza, il grado di acidità e la carica batterica.

Infatti questo accade nei cambi di stagione, nello svezzamento o introduzione di nuovi cibi, nell’eventuale utilizzo di farmaci come antibiotici, antipiretici e antinfiammatori. In sostanza sono davvero una vastità di motivi multifattoriali che rendono variabile sia la pupù che  la pipì del tuo Bebè. 

Verifica disponibilità kit

Questo è uno dei motivi per cui non è assolutamente banale la scelta della soluzione pannolino per il tuo Bebè. Scopri tutti gli aspetti fondamentali per ottenere la scelta più congrua alle esigenze del tuo Bebè  con garanzia al 100% di non commettere errori. Scarica la prima ed unica guida che ti mette al riparo da ogni insidia possibile sull’area pannolino

Verifica disponibilità kit

Prendi subito il Tuo Kit prova Misskappa®

Metodi per far fare la cacca al neonato

Verifica la disponibilità

Nei piccoli allattati artificialmente, è più frequente che ci sia una maggiore difficoltà intestinale, che però generalmente si risolve stando attenti a somministrare pasti regolari e con un delicato massaggino al pancino, tenendo il bambino supino, come suggerisce il dottor Alberto Villani, responsabile dell’unità operativa complessa di pediatria generale e malattie infettive dell’ospedale Bambino Gesù di Roma.

La stitichezza o stipsi cos’è?

Per stitichezza o stipsi intendiamo quando l’emissione delle feci viene fatta con sforzo, dolore e queste sono asciutte, dure e compatte perché contengono troppa poca acqua. I neonati, quando spingono, diventano spesso rossi in viso, si agitano e piangono ma non si tratta di stitichezza, bensì come abbiamo accennato sopra, della difficoltà di coordinazione degli organi interni, del tutto normale a quell’età. Si parla in questo caso di dischezia: un disturbo diffuso nei neonati prima dell’anno di vita, che consiste nello sforzarsi di evacuare ma non riuscirci perché non rilasciano gli sfinteri. Le feci rilasciate in questo caso sono assolutamente normali, a volte precedute da una sorta di “tappo”. In ogni caso non c’è da preoccuparsi: si tratta di una banale immaturità funzionale, che spesso i bimbi sono capaci di risolvere autonomamente.
Per questo motivo non affrettarti a usare clisteri (che possono invece irritare) e armati di pazienza: se ti accorgi che il piccolo si sta sforzando cerca di aiutarlo per quello che ti è possibile magari levandogli il pannolino e lasciandolo libero sostenendo da sdraiato i suoi piedi con i palmi delle tue mani, in modo che possa aiutarsi con questa superficie creata ad hoc per una migliore spinta.

Eppure per molti genitori vedere il proprio bimbo agitato e nervoso perché non riesce a fare la popò può essere motivo di stress che li induce a chiedere consigli al pediatra.

Stimolazione sì o no

Una volta accertato che la difficoltà del piccolo a scaricare regolarmente non è un problema di stitichezza nel senso proprio del termine, si pone il dubbio se sia il caso di stimolare o meno il sederino del piccolo, per aiutarlo a canalizzare i suoi sforzi nella giusta direzione. É la famosa manovra del “sondino”, che da sempre divide genitori ed esperti. Si tratta di passare intorno all’ano un sondino (o punta del termometro o cotton-fioc), introducendone una piccola parte in modo da stimolare i muscoli, operazione che va praticata con attenzione e delicatezza, ma che costituisce a tutti gli effetti una ginnastica sfinterica.

Il timore prevalente è che abituando il bambino a questo stimolo esterno si ritardi la sua capacità a diventare autonomo. Generalmente i pediatri affermano che anche senza nessuna manovra i lattanti prima o poi evacuano naturalmente e non c’è motivo di non aspettare i loro tempi, perché non esistono rischi per la salute nel non andare di corpo per giorni, specialmente se un bimbo è allattato al seno.

Tuttavia molti genitori fanno fatica a sopportare le piccole sofferenze del loro bambino che appare nervoso quando non riesce a spingere e preferiscono aiutarlo regolarmente.

Come sempre la ragione sta nel mezzo, ovvero non si deve abusare con questo tipo di manovra, ma se ogni tanto riteniamo che nostro figlio abbia bisogno di uno stimolo esterno per fare la cacca, non ci sono contrindicazioni ad aiutarlo.

Come stimolare il neonato a fare la cacca?

Si tratta di passare intorno all'ano un sondino (o punta del termometro o cotton-fioc), introducendone una piccola parte in modo da stimolare i muscoli, operazione che va praticata con attenzione e delicatezza, ma che costituisce a tutti gli effetti una ginnastica sfinterica.

Cosa fare se il neonato non riesce a fare la cacca?

Qualche volta, se proprio si ha l'impressione che la cacca stia per uscire ma il bambino non ce la fa a espellerla, si può ricorrere a una stimolazione con un sondino o uno strumento simile (supposta, microclima ecc.).

Come aiutare i neonati a scaricarsi?

Per aiutare il bambino a liberarsi può essere utile un massaggio sul pancino (leggero, con movimenti circolari poco sotto all'ombelico) che serve ad espellere l'aria e favorire il transito intestinale.