Il corvo e la volpe pregi e difetti

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Il corvo e la volpe pregi e difetti
Tavola di Léon Rousseau dedicata alla favola, Museo La Fontaine

Il corvo e la volpe è una favola di Esopo (numero 124 nell'indice Perry) ripresa poi da Fedro e successivamente da Jean de la Fontaine.

«Un corvo aveva trovato sul davanzale della finestra un bel pezzo di formaggio: era proprio la sua passione e volò sul ramo di un albero per mangiarselo in santa pace. Ed ecco passare di là una volpe furbacchiona, che al primo colpo d'occhio notò quel magnifico formaggio giallo. Subito pensò come rubarglielo. "Salire sull'albero non posso" si disse la volpe, "perché lui volerebbe via immediatamente, ed io non ho le ali… Qui bisogna giocare d'astuzia!".

- Che belle penne nere hai! - esclamò allora abbastanza forte per farsi sentire dal corvo; - se la tua voce è bella come le tue penne, tu certo sei il re degli uccelli! Fammela sentire, ti prego! Quel vanitoso del Corvo, sentendosi lodare, non resistette alla tentazione di far udire il suo brutto crà crà!, ma, appena aprì il becco, il pezzo di formaggio gli cadde e la volpe fu ben lesta ad afferrarlo e a scappare, soggiungendo: "Se poi, caro il mio corvo, tu avessi anche il cervello, non ti mancherebbe proprio altro, per diventare re".
Morale: chi si compiace degli elogi altrui troppo adulatori, finisce col pentirsene vergognandosi.»

(Esopo, CLXV; Fedro, I, 13.)

L'interpretazione più comune dell'opera la vede come avvertimento contro i pericoli dell'adulazione. Fedro stesso introduce la propria versione della favola con il verso: "Colui che gode d'esser lodato con subdole parole, con tardivo pentimento sconta i suoi castighi". Nella versione francese di Jean de la Fontaine, così come nella traduzione inglese di Norman Shapiro, la volpe educa il corvo con la morale a ripagarlo dell'inganno subìto.

Seguito[modifica | modifica wikitesto]

La favola ha avuto un seguito, inventato da Giovanni Arpino, nel quale il corvo viene ucciso dalla figlia della volpe, dopo aver tentato di vendicarsi.

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La volpe e il corvo: una favola che insegna a non lasciarsi prendere in giro dagli adulatori!

Diffidate sempre da chi fa troppi complimenti e adulazioni, perché spesso nasconde cattive intenzioni. Questa è la morale de La volpe e il corvo, celebre favola di Esopo ripresa da La Fontaine. Qui la raccontiamo in forma originale e con i fantastici disegni di Raffaella Bolaffio.


Potete consultare le illustrazioni originali di questa grande artista QUI.
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  • blog Raffaella Bolaffio

LA VOLPE E IL CORVO

Questa storia comincia con una volpe che aveva un certo languorino. Quel giorno, però, il cibo scarseggiava, fino a quando la furbona non sentì un invitante odorino, che le fece drizzare tutti i baffi.
“Mmmm, che profumo! Se il mio fiuto non mi inganna, questo deve essere un bel pezzo di formaggio!”, si disse fra sé.

Il corvo e la volpe pregi e difetti
E il suo fiuto ovviamente non mentiva. Dopo qualche passo nel bosco, ecco che vide un corvo tutto felice, che teneva nel becco un grande pezzo di groviera (il suo formaggio preferito!).

Il corvo e la volpe pregi e difetti

Vedendolo tutto impettito, la volpe pensò di escogitarne una delle sue.
Iniziò quindi a dire con voce falsamente gentile: “Buongiorno, signor corvo. Che belle piume che ha! Il suo corpo così nero e lucido è davvero perfetto”.
Vedendo che l’uccello era felice dei complimenti, la volpe continuò: “Se, oltre ad avere un bellissimo aspetto, lei fosse anche capace di cantare, sarebbe l’animale più meraviglioso e raro di tutto il bosco!”

Il corvo e la volpe pregi e difetti

Quando udì queste parole, il corvo vanitoso non stette più in sé dalla gioia e volle far sentire la sua splendida voce.
Spalancò quindi il becco e si mise a gracchiare con tutto il fiato, ma, così facendo, il pezzo di formaggio cadde a terra.

L’astuta volpe lo afferrò svelta, ridendo sotto i baffi.
“Non fidarti di chi è troppo adulatore”, disse al corvo, rimasto a becco asciutto. “Ma non ti dispiacere troppo per ciò che è successo. Oggi, in cambio del tuo formaggio, ti ho dato una grande lezione di vita!”.


La favola La volpe e il corvo insegna a diffidare sempre degli adulatori: chi si lascia ingannare dai troppi complimenti, spesso rimane beffato e si pente troppo tardi del suo sciocco comportamento. 

Che difetti umani incarnano la volpe e il corvo?

Un comportamento scorretto quello della volpe, ma anche anche il corvo non ne esce proprio benissimo: la morale comune è quella di fare attenzione e non farsi adulare da facili promesse o cedere alla vanità, anche se qualcuno ci fa bellissimi complimenti, perché potrebbero non essere sinceri e avere un secondo fine.

Quali sono le virtù della volpe?

Volpe: l'astuzia, la furbizia, stoltezza.

Che cosa rappresenta il corvo nelle favole?

(Esopo, CLXV; Fedro, I, 13.) L'interpretazione più comune dell'opera la vede come avvertimento contro i pericoli dell'adulazione. Fedro stesso introduce la propria versione della favola con il verso: "Colui che gode d'esser lodato con subdole parole, con tardivo pentimento sconta i suoi castighi".

Qual è il vizio della volpe?

La volpe e la coda furbi, disonesti, arroganti, saggi o altruisti. Nelle favole non vincono sempre i “buoni”: a volte trionferanno l'onestà e la saggezza, altre volte sa- ranno la presunzione o la prepotenza ad avere la meglio.