In linea generale una tesi di laurea dovrebbe presentare la seguente struttura: Show
L’introduzione deve contenere gli elementi utili alla comprensione del lavoro svolto. Essa deve illustrare con chiarezza gli obiettivi che lo studente si è prefisso e le ragioni che abbiano determinato la scelta del tema specifico, fornire alcune informazioni essenziali relative alla letteratura critica in materia e presentare gli strumenti, la metodologia e l’organizzazione adottati nella tesi di laurea. L’esposizione chiara degli obiettivi è fondamentale per poterne verificare la coerenza, il rigore metodologico osservato e l’effettiva utilità degli strumenti adoperati. È necessario inoltre delineare accuratamente le ipotesi dalle quali lo studente muove, la tesi che intende dimostrare e le domande di ricerca alle quali vuole rispondere. Può essere utile, inoltre, specificare le ragioni alla base della scelta degli obiettivi, eventualmente legate a mancanze nella letteratura critica in materia riguardo a particolari aspetti di un argomento oppure ad eventuali lacune nell’apparato teorico preso in considerazione nell’interpretazione di una questione oppure, ancora, dall’insorgere di nuovi fenomeni empirici o eventi istituzionali, politici, sociali, culturali ecc. In pratica l’introduzione costituisce la prima parte della tesi ed è finalizzata ad orientarne meglio la lettura. La struttura della parte centrale o “corpo” della tesi inevitabilmente varierà a seconda dell’ambito disciplinare, dell’approccio di ricerca induttivo o deduttivo, della metodologia adottata e degli strumenti impiegati. Ci si limiterà, dunque, a fornire alcune indicazioni di carattere generale. Nei capitoli costituenti tale parti della tesi di laurea lo studente dovrà:
Le conclusioni rappresentano il coronamento dell’attività svolta. Esse non sono un riassunto di quanto già esposto, bensì costituiscono l’occasione di verifica per la struttura argomentativa e per la metodologia seguita nell’elaborazione di concetti, idee, informazioni e dati. Quando la tesi sia ben strutturata, infatti, le conclusioni saranno agili e di immediata comprensione, in quanto logica conseguenza del lavoro compiuto. In generale la bibliografia è il luogo dove si forniscono tutte le informazioni pertinenti alla letteratura critica che sia stata citata in forma abbreviata nella tesi di laurea dallo studente. La bibliografia pertanto consiste nell’elencazione delle opere, dei contributi e degli scritti che siano stati effettivamente utilizzati nel lavoro di tesi. Va assolutamente evitata la citazione di ciò che non si è consultato in prima persona, sebbene appaia nelle bibliografie di altri autori. La bibliografia, della quale esistono diverse tipologie, riveste grande importanza perchè rappresenta un indicatore del tipo di lavoro svolto dal laureando e fornisce al lettore interessato informazioni relative allo stato degli studi riguardanti i temi trattati, facilitandone l’eventuale approfondimento. In ragione della sua rilevanza, quindi, lo studente dovrà porre particolare cura nella sua redazione. Di norma il laureando deve collocare la bibliografia alla fine del lavoro, strutturandola, a seconda dell’ambito disciplinare, della tipologia della tesi e dei suggerimenti del Relatore, in ordine alfabetico per autore, nell’ordine cronologico delle pubblicazioni o realizzando una bibliografia ragionata nella quale le menzioni bibliografiche vengano inserite nel flusso di un discorso. Le modalità di citazione da seguire, con particolare riferimento ad una bibliografia ordinata alfabeticamente per autore, come di solito avviene, sono le seguenti:
1) cognome e nome dell’autore (oppure cognome per esteso seguito dalla sola iniziale maiuscola del nome, puntata) o, nel caso di più autori, cognome e nome di ciascuno separato dal precedente mediante virgola; 2) titolo e sottotitolo dell’opera (in corsivo); 3) numero di edizione (se diverso dalla prima), e/o, eventualmente, indicazione della natura di ristampa con il numero di essa; 4) luogo di pubblicazione; 5) editore; 6) data di pubblicazione (se si utilizza un’edizione diversa dalla prima, indicare la data di quella utilizzata); 7) eventuale numero del volume che si è consultato (nel caso l’opera si componga di più volumi e se ne sia utilizzato uno o più di uno, ma non l’opera completa), espresso in cifre romane. Nel caso lo studente utilizzi la traduzione in Italiano di un’opera originariamente in lingua straniera, dovrà indicare i dati di entrambe le versioni oppure soltanto quelle della traduzione: cognome e nome dell’autore originale, titolo tradotto, indicazione della sua natura di traduzione (scrivere: trad. it.), luogo di pubblicazione della traduzione, editore della traduzione, anno di pubblicazione della traduzione. Per le opere in lingua inglese, è necessario rammentare che le lettere iniziali di sostantivi, verbi e aggettivi vanno scritte in maiuscolo. Per quanto riguarda quelle in lingua tedesca, invece, hanno l’iniziale maiuscola soltanto i sostantivi. Esempi:
1) cognome e nome dell’autore o degli autori (secondo le modalità prospettate); 2) titolo dell’articolo (in corsivo o fra virgolette “a sergente”: «…»); 3) nome della rivista (in corsivo oppure fra virgolette a sergente), ; 4) volume (o annata) in numero arabo o in cifre romane ed eventualmente numero del fascicolo, con l’eventuale indicazione di Nuova Serie (scrivere N.S.); 5) anno (fra parentesi tonde); 6) numero delle pagine in cui compare l’articolo (può essere anche preceduto dall’indicazione: pp.). Esempi:
1) cognome e nome dell’autore o degli autori (secondo le modalità prospettate); 2) titolo del saggio, dell’articolo o del capitolo (fra virgolette a sergente); 3) titolo dell’opera collettiva; 4) eventuale nome e cognome dell’editore dell’opera collettiva o del suo curatore, oppure indicazione AA.VV. (autori vari), in mancanza di uno specifico editore o curatore; 5) eventuale numero del volume dell’opera in cui si trova il saggio, l’articolo o il capitolo utilizzato; 6) luogo, editore, anno di pubblicazione dell’opera. 7) indicazione delle pagine in cui compare il saggio, l’articolo o il capitolo utilizzato. Esempi:
1) cognome e nome dell’autore o degli autori (secondo le modalità prospettate); 2) titolo del documento (in corsivo o fra virgolette a sergente); 3) anno di pubblicazione; 4) URL; 5) data dell’ultima consultazione. Esempio:
Esempio: Carroll John B., «Vectors of Prose Style», in T. A. Sebeok, Style in Language, pp. 283-292. Sebeok T. A. (ed.), Style in Language, Cambridge (Mass.), M.I.T. Press, 1960.
Nella tesi di laurea è possibile inserire figure, disegni, fotografie, grafici e tabelle. Tutti questi strumenti devono essere inseriti non appena citati nel testo della tesi di laurea e ordinati dallo studente con una numerazione progressiva, che riparta ad ogni capitolo, in modo da poter fare agevolmente riferimento ad essi nel testo della tesi (esempio: fig. 2.3 = figura 3 del capitolo 2). È consigliabile che le tabelle abbiano una numerazione distinta da quella delle altre tipologie figurative prospettate (esempio: tab. 4.1 = tabella 1 del capitolo 4). È opportuno, inoltre, che sotto ogni figura, disegno o fotografia lo studente ponga una didascalia esplicativa che permetta di comprenderne il significato. Sopra le tabelle, invece, si dovrà porre un titolo che sostituisca la didascalia. Per quanto riguarda grafici, specialmente diagrammi e istogrammi, lo studente dovrà indicare i nomi o i simboli delle grandezze riportate, le scale e le unità di misura. Quando si utilizzino figure, disegni, fotografie, grafici e tabelle provenienti da altre pubblicazioni, è sempre necessario indicarne la fonte. Le note rappresentano un elemento importante nell’organizzazione di una tesi di laurea. Esse, oltre a fornire i riferimenti bibliografici delle citazioni, servono a dare, attraverso il rimando alla letteratura critica in materia, autorevole conferma di quanto asserito (“note bibliografiche”) e ad esporre parti rilevanti della ricerca che non si ritiene opportuno inserire nel testo della tesi (“note di contenuto”), o perché appesantirebbero il ragionamento o perché aggraverebbero la lettura. Inoltre le note rappresentano la sede idonea per la discussione delle posizioni assunte da studiosi o autori citati su punti particolari, per recare la traduzione o il brano originale di una fonte in lingua straniera, per indicare la limitatezza del lavoro svolto riguardo a questioni solo parzialmente attinenti al tema trattato o per creare una trama di rinvii interni alla tesi stessa.
Esempio: G. (Geza) Alföldy, Storia sociale cit., 105.
Nel caso diversi contibuti di un autore risalgano allo stesso anno, all’indicazione di questo si farà seguire una lettera: [Eck, 1989a], [Eck, 1989b]. Gli indici, che devono essere redatti dopo la stesura definitiva della tesi di laurea, possono essere di vario tipo, e lo studente stilerà quelli che il RELATORE riterrà opportuni ed utili per la comprensione e la lettura del lavoro. Quelli più comunemente adoperati nelle tesi di laurea sono:
Come scrivere la bibliografia tesi esempio?Come scrivere una bibliografia: come citare un libro. Cognome dell'autore e nome puntato (o intero a seconda dello stile). Titolo del libro in corsivo.. Luogo di pubblicazione.. Casa Editrice.. Anno di pubblicazione. Esempio: Benjamin W. L'opera d'arte nella sua riproducibilità tecnica, Torino, Einaudi, 1966.. Dove va inserita la bibliografia nella tesi?La bibliografia va inserita alla fine dell'elaborato della tesi.
Come si fa una ricerca bibliografica per la tesi?Suggerimenti per una corretta ricerca bibliografica. Definire obiettivo e argomento. Prima di iniziare una ricerca, è necessario avere ben presente cosa si intende ricercare e quali sono gli scopi. ... . Individuare le risorse da interrogare. ... . Effettuare la ricerca. ... . Consultare i testi trovati. ... . Richiedere consulenza.. Quanto deve essere lunga la bibliografia di una tesi?Bibliografia tesi
Al termine del lavoro, va inserita la bibliografia: qui devono essere riportati tutti i testi utilizzati per avvicinarsi all'argomento trattato, gli articoli di giornali e anche la sitografia. La lunghezza varia dalle due alle tre pagine, a seconda di come viene organizzato l'elenco puntato.
|