Come capire se si ha una colica

  • Introduzione
  • Cause
  • Sintomi
  • Quando rivolgersi al medico
  • Diagnosi
  • Cura e rimedi
  • Fonti e bibliografia

Introduzione

Per crampi addominali (o coliche intestinali) si intende una condizione caratterizzata dalla presenza di spasmi della muscolatura viscerale, soprattutto di quella intestinale, che provoca un intenso dolore a livello di tutto l’addome.

Questo disturbo è piuttosto comune e può presentarsi in soggetti di qualunque età, da quella infantile a quella adulto-anziana.

Vista la frequenza con cui tale disturbo si presenta nella popolazione, è opportuno precisare che molto spesso i crampi addominali sono una condizione assolutamente benigna e temporanea che tenderà a risolversi spontaneamente nel giro di poche ore, quindi di norma del tutto privi di gravi e rilevanti rischi per la salute a lungo termine.

Qualora i crampi addominali si presentino ripetutamente, con episodi di dolore mal controllabile con la terapia analgesica, è tuttavia necessario rivolgersi ad un medico esperto (medico di medicina generale, medico interno, gastroenterologo, chirurgo generale, …) per una diagnosi esatta.

In genere i crampi addominali possono presentarsi dopo i pasti ed essere classificati come:

  • Un episodio isolato, che si presenta in modo del tutto occasionale
  • Un episodio persistente, con la colica che rimane stabile per diverse ore nello stesso episodio
  • Un episodio ricorrente con coliche addominali che si ripresentano per molte volte in un breve periodo di tempo. Questo è il caso in cui risulta opportuno rivolgersi prontamente ad un medico per impostare un adeguato percorso diagnostico – terapeutico

Volendo riassumere le principali condizioni che possono provocare la comparsa di crampi addominali, ritroviamo:

  • Stress psicofisico e tensione nervosa
  • Esagerato accumulo di gas a livello gastrointestinale
  • Intolleranze alimentari (come l’intolleranza al lattosio)
  • Sindrome del colon irritabile
  • Sindrome pre-mestruale
  • Infezioni e intossicazioni gastrointestinali
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn)
  • Peritonite od occlusione intestinale

I crampi addominali, a seconda della condizione scatenante, possono essere accompagnati da:

  • Senso di pienezza post-prandiale
  • Dolore addominale
  • Diarrea o stipsi
  • Meteorismo
  • Nausea e vomito
  • Sudorazione

Il medico, inquadrato il paziente nel suo insieme dopo aver eseguito un’attenta anamnesi ed un dettagliato esame obiettivo, dovrà ipotizzare una possibile causa responsabile dei crampi addominali ed avviare un percorso diagnostico – terapeutico completo in quei soggetti in cui tale condizione risulti essere patologica.

Se necessario è possibile avvalersi di esami del sangue ed indagini strumentali, quali radiografia dell’addome, TC o RM, gastroscopia e colonscopia.

La terapia dei crampi addominali può avere un intento solo sintomatico, ovvero basato sulla rimozione dei sintomi più fastidiosi, oppure un intento eziologico per la risoluzione definitiva della problematica sottostante.

I crampi addominali possono manifestarsi in conseguenza di numerose cause diverse, alcune assolutamente benigne ed altre che invece possono richiedere una diagnosi tempestiva per iniziare un trattamento risolutivo efficace:

  • Stress psicofisico e tensione nervosa
  • Dieta sbilanciata ed obesità alterano la normale funzione intestinale che potrà in alcuni momenti provocare la comparsa di crampi addominali
  • Accumulo di gas a livello gastrointestinale: la presenza di gas a livello intestinale può avere due diverse origini, può essere stato introdotto con il cibo (piccole quantità vengono deglutite normalmente, ma a peggiorare il quadro può subentrare il consumo di bibite gassate o l’aerofagia) o venire prodotto a livello intestinale durante la digestione. Quando tali gas si accumulano in maniera eccessiva possono provocare un quadro di distensione addominale (ovvero “pancia gonfia”) associati alla comparsa di crampi addominali. I crampi insorgono quando l’intestino aumenta i suoi movimenti di peristalsi, nel tentativo di velocizzare l’eliminazione (attraverso i meccanismi di eruttazione e flatulenza) del gas presente in eccesso.
  • Alterazione della flora batterica intestinale: l’assunzione di farmaci antibiotici per lungo tempo può provocare alterazione del microbiota intestinale, il cui quadro clinico presenta sintomi quali crampi addominali, gonfiore e diarrea.
  • Intolleranze alimentari: sono reazioni avverse al cibo, non provocate dal sistema immunitario. La più comune è l’intolleranza al lattosio, causata dalla carenza di specifici enzimi digestivi, che causa l’insorgenza di crampi a causa del richiamo di acqua nell’intestino e nella produzione di gas legato alla fermentazione del lattosio indigerito da parte della flora batterica intestinale.
  • Diarrea o stipsi: l’eccessiva velocità o il rallentamento della motilità intestinale, porta ad una esagerata contrazione della muscolatura intestinale, che si manifesterà soggettivamente sotto forma di crampi addominali.
  • Sindrome del colon irritabile: condizione idiopatica (ovvero per cui non si individua una specifica causa sottostante) che causa sintomi di “irritazione intestinale” con presenza di crampi sino ad un vero e proprio dolore addominale diffuso ed ancora alterazione della motilità intestinale sotto forma di stipsi o diarrea.
  • Infezioni e intossicazioni gastrointestinali: possono essere svariate e di solito sono sostenute da batteri, virus, parassiti, tossine o prodotti chimici introdotti con gli alimenti o con l’acqua. I microrganismi più spesso responsabili di infezioni o intossicazioni intestinali sono l’Escherichia Coli, la tossina del Clostridium Botulinum, virus come il Rotavirus o l’Adenovirus, e parassitosi come la giardiasi, l’amebiasi, la trichinosi o la cisticercosi.
  • Malattie infiammatorie croniche intestinali (acronimo MICI): rappresentate dalla rettocolite ulcerosa e dal morbo di Crohn, si presentano anch’esse con sintomi di irritazione ed infiammazione intestinali quali crampi addominali con dolore spesso generalizzato in più quadranti, diarrea o stipsi e distensione addominale. È fondamentale eseguire una diagnosi tempestiva di tali patologie, poiché le loro complicanze possono essere particolarmente gravi, richiedendo a volte un intervento chirurgico in regime di urgenza nel caso di occlusione o perforazione intestinale.
  • Peritonite: è un’infiammazione del peritoneo, membrana sierosa che ricopre i visceri addominali. I sintomi presentati dal paziente sono la distensione addominale e un dolore crampiforme notevole, solitamente molto intenso, associato alla contrattura difensiva della parete addominale che si fa piuttosto tesa (positività del segno di Blumberg). Ogni caso di peritonite rappresenta un’urgenza che può richiedere quasi sempre un intervento chirurgico per la sua immediata risoluzione.
    Le cause di peritonite possono essere svariate e tutte ugualmente gravi, come in caso di perforazione di un viscere addominale.
  • Occlusione intestinale: rallentamento fino al blocco del transito di feci e gas a livello intestinale. Richiede una tempestiva diagnosi e nel caso di occlusione completa a feci e gas, può richiedere un intervento chirurgico in urgenza. Il sintomo principale di tale condizione sono proprio i crampi addominali: essi originano da un’esagerata contrazione della muscolatura intestinale che si contrae in maniera spastica nel tentativo, spesso infruttuoso, di superare l’ostacolo meccanico che ha provocato l’occlusione. Le cause più frequenti di occlusione possono essere:
    • Aderenze intestinali post – operatorie
    • Diverticolite del colon
    • Ernie inguinali o laparoceli intasati
    • Fecalomi
    • Quadro di peritonite
    • Effetti collaterali di alcuni farmaci
    • Tumori ad origine gastro–intestinale
  • Sindrome pre-mestruale: rappresenta una delle poche cause, nelle donne, in cui i crampi addominali non sono provocati da un’affezione dell’apparato gastroenterico ma dalla massiva contrazione spastica della muscolatura uterina

Sintomi

I crampi addominali rappresentano un sintomo presente in moltissimi quadri clinici di svariate patologie, ma in molti casi sono accompagnati anche da:

  • Senso di pienezza post-prandiale (dopo i pasti)
  • Eruttazioni frequenti e flatulenza
  • Dolore addominale con caratteristiche crampiformi
  • Alterazioni della motilità intestinale come diarrea o stipsi
  • Meteorismo
  • Nausea e vomito
  • Sudorazione eccessiva
  • Calo ponderale, ovvero perdita di peso
  • Melena o rettorragia, ovvero perdita di sangue con le feci

Quando rivolgersi al medico

Anche se raramente, i crampi addominali possono essere uno dei sintomi d’esordio di alcune patologie particolarmente gravi, che richiedono quindi un tempestivo inquadramento diagnostico da parte di un medico al fine di risalire alla causa scatenante e impostare rapidamente un trattamento risolutivo ed efficace.

I fattori considerati un campanello di allarme, che devono portare il soggetto a rivolgersi prontamente ad un medico o ad un Pronto Soccorso, sono:

  • Episodi ripetuti di crampi addominali nel corso del tempo
  • Dolore di tipo crampiforme non responsivo ai comuni farmaci antidolorifici
  • Marcata distensione addominale
  • Presenza di nausea e vomito
  • Chiusura dell’alvo a gas e feci
  • Presenza di ittero (colorazione giallastra di cute e mucose)
  • Cambiamenti dell’alvo: si diventa improvvisamente stitici, o si passa da un alvo diarroico ad uno stitico e viceversa
  • Presenza di sangue nelle feci
  • Calo ponderale in poche settimane o mesi
  • Crampi addominali che si presentano durante la gravidanza

Diagnosi

Il percorso diagnostico non può prescindere da un’accurata anamnesi, che consiste in una sorta di intervista condotta dal medico volta alla ricostruzione dell’intera storia clinica recente e passata del paziente.

Durante l’anamnesi si devono raccogliere diverse informazioni riguardo:

  • la modalità di insorgenza dei crampi addominali
  • presenza di fattori che alleviano o esacerbano il dolore crampiforme
  • presenza di patologie sottostanti o di pregressi interventi chirurgici (soprattutto se eseguiti precedentemente a livello addominale)
  • assunzione di farmaci
  • disturbi dell’alvo (come la stipsi o la diarrea)

L’esame obiettivo consiste nel riconoscimento dei segni oggettivi e dei sintomi soggettivi riferiti dal paziente. Attraverso l’ispezione, la palpazione, l’auscultazione e la percussione, il medico potrà valutare:

  • la presenza di masse addominali
  • l’eventuale presenza di aria libera in addome (scomparsa dell’aia di ottusità epatica alla percussione)
  • ricerca di vari segni semiotici specifici di talune patologie come:
    • segno di Blumberg per la peritonite
    • segno di McBurney per l’appendicite acuta
    • segno di Murphy per la colecistite e colica biliare
    • segno di Giordano per la pielonefrite e colica renale

Dopo l’esecuzione di anamnesi ed esame obiettivo, se necessario, è possibile ricorrere ad ematochimici (analisi del sangue) e di laboratorio:

  • Emocromo per escludere un quadro di anemizzazione o la presenza di infezione, suggeriti rispettivamente da una riduzione dei livelli di emoglobina e da un aumento dei globuli bianchi (leucocitosi)
  • Creatinina, urea, elettroliti ed eGFR per valutare la funzionalità renale
  • Bilirubina e transaminasi per la funzionalità epatica
  • Amilasi e lipasi per la funzionalità pancreatica
  • Test di intolleranza alimentari (nel sospetto di una intolleranza al lattosio o al glutine); si raccomanda a questo proposito di evitare di sottoporsi a test non prescritti, in quanto molte metodologie comunemente accessibili al di fuori del contesto ospedaliero sono in realtà prive di razionale scientifico

A questo punto, nel caso sia necessario approfondire ulteriormente il quadro diagnostico, si potranno eseguire indagini strumentali e radiologiche, quali:

  • Radiografia diretta addome, che valuta la presenza di “livelli idroaerei” che possono indicare una occlusione o la presenza di aria libera in addome, indicativa di una perforazione viscerale.
  • Ecografia dell’addome: molto utile in bambini e donne in gravidanza poiché rappresenta un esame che non prevede l’emissione di radiazioni. Può aiutare come primo approccio strumentale nello studio di svariate patologie (calcoli biliari, calcoli renali, pancreatite, patologie ginecologiche)
  • TC addome: esame di II livello, è il gold standard per la diagnosi di moltissime patologie a carico degli organi addominali
  • Risonanza Magnetica: indagine di II livello necessaria ad approfondire alcuni quadri patologici come malattie del pancreas, delle vie biliari o le malattie infiammatorie croniche intestinali (rettocolite ulcerosa e morbo di Crohn)
  • Gastroscopia (EGDS) e Colonscopia: per mezzo di un endoscopio flessibile dotato di telecamera, si possono visionare direttamente diversi tratti dell’apparato gastro-intestinale: esofago, stomaco, duodeno, colon fino all’ultima ansa ileale. Possono avere anche un ruolo terapeutico oltre che diagnostico. Permettono di eseguire biopsie per la diagnosi istologica di molte patologie (tumore dello stomaco, tumore del colon, ecc.).

Cura e rimedi

In caso di crampi addominali il trattamento è di tipo eziologico, ovvero volta alla rimozione della causa sottostante.

Nella maggior parte dei casi i crampi addominali, insorti improvvisamente, scompaiono altrettanto rapidamente (spesso la muscolatura intestinale aumenta la propria peristalsi solo per brevi periodi, limitati a pochi minuti od ore); in questi casi si tratta di situazioni assolutamente tranquille che si auto-risolvono senza necessità di assumere alcun tipo di farmaco né richiedono l’attenzione di un medico.

Il dolore addominale che si associa alla presenza di crampi può essere trattato con i comuni farmaci da banco antidolorifici ed antinfiammatori, tra cui alcuni esempi sono il Paracetamolo, l’Ibuprofene, il Desketoprofene, …

Ancora più appropriata risulta essere una terapia basata sull’uso di farmaci antispastici che alleviano notevolmente la sintomatologia andando ad agire direttamente con il rilasciamento della muscolatura intestinale. I principi attivi più utilizzati sono la papaverina o l’N-butilbromuro di joscina (nome commerciale “Buscopan”).

Si raccomanda inoltre di:

  • Evitare di bere acqua fredda o bevande gassate
  • Attenersi ad un digiuno temporaneo, con successiva ripresa dell’alimentazione con una dieta leggera
  • Evitare i cibi fritti, l’assunzione di alcol, caffè ed altri alimenti irritanti per l’intestino (come i cibi piccanti e speziati)
  • Assumere una posizione distesa supina (“pancia in su”)
  • Applicare una borsa dell’acqua calda sull’addome (rimedio “casalingo”, ma che può essere risolutivo grazie all’azione muscolo-rilassante del calore)

Non solo per un migliore stato di salute generale, ma anche per per prevenire attivamente lo sviluppo di disturbi gastrointestinali come i crampi, non si può prescindere da

  • una dieta normo-calorica senza zuccheri in eccesso, ricca di frutta e verdura, e con un corretto equilibrio tra i macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati).
  • pratica di attività fisica regolare, almeno due o tre volte a settimana, e mantenere in generale uno stile di vita attivo evitando la sedentarietà.

Quando invece i crampi

  • siano particolarmente dolorosi e non accennino a diminuire,
  • si ripetano frequentemente nel tempo e sono associati ad altri sintomi degni di nota,

il quadro clinico non deve essere sottovalutato poiché potrebbe passare per misconosciuta una patologia ben più seria che richiederebbe una pronta ospedalizzazione e in alcuni casi anche un intervento chirurgico urgente (come in caso di occlusione o perforazione intestinale).

A cura del Dr. Dimonte Ruggiero, medico chirurgo

Fonti e bibliografia

  • Chirurgia. Basi teoriche e chirurgia generale – Chirurgia specialistica vol.1-2 di Renzo Dionigi. Ed. Elsevier
  • Semeiotica medica. R. Muti. – ed. Minerva Medica.
  • Semeiotica medica: G.Fradà & G. Fradà. Ed. Piccin

Articoli ed approfondimenti

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Il principale sintomo della colica intestinale è il Dolore intenso crampiforme, diffuso a tutta la pancia, principalmente ai quadranti inferiori. La colica infatti è il risultato di una intensa e brusca contrazione (spasmo) dei muscoli presenti nelle pareti dell'intestino.

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