Come capire se si ha il colon infiammato

L’Intestino Irritabile o Sindrome da Intestino Irritabile IBS (Irritable Bowel Syndrome) definita anche "Colite Spastica" o "Colon Irritabile", è una condizione cronica intestinale di tipo funzionale debilitante (appartiene al gruppo dei disordini funzionali gastrointestinali DFGI), non associata ad alterazioni organiche o di tipo infiammatorio, di cui non sono ancora chiare le cause.

I pazienti riferiscono come costanti il dolore e il gonfiore addominale associati ad alterazioni della regolarità dell’alvo (ossia con alternanza fra stipsi e diarrea), affaticamento e debolezza, spesso con riduzione della qualità della vita .

I Sintomi dell’ IBS, ricordano altre problematiche intestinali, patologie con quadri sintomatologici spesso sovrapponibili. Ecco l’importanza di una diagnosi differenziale, essenziale per escludere altre patologie ed evidenziare la diagnosi di intestino irritabile. Come sempre una diagnosi precoce, è utile ad attivare il percorso di accesso alle terapie più adatte al malato, facendogli riconquistare una maggiore serenità.

Conosciamo meglio la Sindrome da Intestino Irritabile

La Sindrome da Intestino Irritabile IBS è considerata una delle patologie a carico dell’intestino tra le più diffuse. La diagnosi da Intestino Irritabile è abbastanza complessa pioché è basata su una diagnosi clinica.

In particolare la malattia, sembra colpire maggiormente le donne, la fascia d’età interessata è quella tra i 20 e i 50 anni, con un picco nei soggetti tra i 20 e i 30 anni, la cui incidenza a livello mondiale varia dal 9% al 23% della popolazione.

Spesso la diagnosi di intestino irritabile arriva molto in ritardo rispetto all’insorgere della malattia, a causa della sovrapposizione clinica con altre patologie e per mancanza di una causa accertata, che rende le stime sugli studi epidemiologici approssimativi.

La Sindrome da Intestino Irritabile, si caratterizza come una malattia cronica funzionale dell’intestino, spesso legata ad alterazioni della motilità, ipersensibilità viscerale e vari fattori famigliari e ambientali:

  • Alterata motilità intestinale,
  • Ipersensibilità viscerale,
  • Alterata secrezione intestinale

Si parla spesso di un “gap” del meccanismo di comunicazione, tra il sistema nervoso centrale e i muscoli dell’intestino (asse cervello-intestino), con alterazioni dei normali riflessi motori e sensitivi agli stimoli viscerali.

I pazienti generalmente lamentano: dolore e gonfiore addominale associati a diarrea frequente, oppure stitichezza prolungata, spesso in periodica alternanza, sollievo dei sintomi dopo la defecazione, modificazione della frequenza delle evacuazioni e/o della consistenza delle feci.

I sintomi da Intestino Irritabile, sono in buona parte sovrapponibili a quelli delle MICI  (Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali), ma a livello di mucosa intestinale mancano le ulcerazioni dell’intestino e altre lesioni di natura infiammatoria tipiche del Morbo di Crohn o della Colite Ulcerosa.

Questo è un elemento essenziale per la diagnosi differenziale tra la IBS e le MICI / IBD (Inflammatory Bowel Disease).

La causa della Sindrome da Intestino Irritabile è ancora sconosciuta e non sono state evidenziate cause organiche, rivelabili attraverso esami di laboratorio, esami di Imaging.

Le cause di questa alterazione funzionale riferiscono di una patologia multifattoriale in cui storicamente sembra avere un peso la componente psicosomatica.

Sebbene la causa della Sindrome da Intestino Irritabile sia sconosciuta, si riconosce sul piano fisiopatologico una combinazione di fattori psicosociali e alterazioni della fisiologia, fattori emotivi, alimentari, ormonali o l'assunzione di farmaci possono scatenare o aggravare i sintomi gastrointestinali.

Nell’IBS si parla spesso di una patologia di natura psicosomatica dove lo stress sembra avere un ruolo incisivo in molti casi.

In parallelo molti studi stanno valutando come la familiarità, l’esposizione ad alcuni agenti infettivi, la composizione della flora batterica intestinale, l’età, la dieta e ansia o depressione, influenzino lo sviluppo di intestino irritabile.

Una cosa certa è che questa patologia ha forti ripercussioni personali, sociali e professionali nella vita di chi ne soffre.

Quindi la diagnosi di intestino irritabile è necessaria, per l’accesso alle terapie; essenziali per il ritorno a un normalizzazione della qualità di vita del paziente.

Come si diagnostica l’intestino irritabile

La diagnosi di IBS sindrome da Intestino Irritabile non è facile, poiché la malattia si manifesta con una sintomatologia spesso simile ad altre patologie gastro intestinali.

I sintomi dolorosi e spesso debilitanti, arrivano tardi alla consulta del medico, a causa della loro variabilità spesso il paziente non pensa alla necessità di un medico fino a quando il gonfiore e dolore addominale e l’irregolarità intestinale dell’alvo, diventano ingestibili.

Come già detti, i sintomi della sindrome dell’intestino irritabile IBS, sono simili a quelli di altre patologie intestinali, il medico per arrivare arriva alla diagnosi finale, deve escludere le patologie sovrapponibili attraverso una diagnosi differenziale, in particolare similitudini con le MICI o IBD come la Colite Ulcerosa e Morbo di Crohn, la Celiachia, Malattia da parassiti, Intolleranza all’lattosio, ecc, o di altre patologie intestinali.

Quindi tra i primi sintomi e la diagnosi di intestino irritabile, spesso passa un lungo periodo di tempo, durante il quale il malato affronta da solo e ignaro, situazioni che limitano la sua qualità di vita, con incidenza negativa, sui rapporti sociali e l’impegno lavorativo professionale, in molti casi, la sindrome da intestino irritabile è accompagnata da ansia e depressione.

Il medico gastroenterologo, per la diagnosi d’intestino irritabile, si basano sulla valutazione dei sintomi, secondo sistema di classificazione chiamato Criteri di Roma, Criteri Roma III recentemente aggiornati a Roma IV ( Drossman, 2016 ).

Per diagnosticare l’IBS, sindrome da Intestino Irritabile, si inizia con una visita e l’anamnesi, per la valutazione dello stato del paziente e dei sintomi, per poi procede con test di laboratorio, strumentali e di Imaging. Per giungere alla diagnosi, è importante assicurarsi l’esclusione di altre patologie intestinali infiammatorie, infettive, metaboliche o tumorali (diagnosi differenziale o d’esclusione).

Visita e anamnesi

Il medico indaga inizialmente sull’esordio dei sintomi, sulla possibile loro natura, sulla frequenza e sulla loro alternanza.

I recenti criteri di diagnosi Roma IV, affermano che ci può essere un sospetto di intestino irritabile in presenza di Dolore addominale ricorrente per almeno un giorno a settimana negli ultimi tre mesi associato con due o più dei seguenti criteri:

  1. Correlato alla defecazione
  2. Associato con un cambiamento della frequenza della defecazione
  3. Associato con un cambiamento della forma (aspetto) delle feci

Criteri rispettati per almeno tre mesi con esordio dei sintomi almeno sei mesi prima della diagnosi

Inoltre è utile indagare lo stato di stress e la presenza di ansia o depressione .

Il medico inoltre dovrà verificare se sono presenti anche i seguenti sintomi utili per la diagnosi differenziale con MICI o patologie gastrointestinali o tumorali:

  • sforzo, urgenza e sensazione di evacuazione incompleta
  • gonfiore addominale accompagnato da distensione, tensione o sensazione di addome duro
  • peggioramento dei sintomi in corrispondenza dei pasti
  • abitudini alimentari
  • vomito
  • febbre
  • anamnesi famigliare
  • comparsa dei sintomi > 50 anni
  • presenza di muco
  • presenza sangue occulto
  • perdita di peso non volontaria e non spiegabile
  • sanguinamento rettale
  • storia familiare di carcinoma intestinale o ovarico
  • feci più liquide e più frequenti (o entrambe) da oltre 6 settimane in soggetti di età > 60 anni
  • intolleranze alimentari
  • celiachia

L’esame obiettivo evidenzierà lo stato di gonfiore e tensione addominale e la dolorabilità alla palpazione. Inoltre è utile anche un esame ano-rettale compresa la ricerca del sangue occulto.

Nelle donne, l'esplorazione vaginale aiuta a escludere i tumori e le cisti ovariche o l'endometriosi, condizioni che possono simulare la sindrome dell'intestino irritabile.

Infine a sostegno della diagnosi di intestino irritabile è utile indagare la presenza di sintomi come sonnolenza, nausea, mal di schiena e disturbi urinari, comuni in coloro che soffrono di questa problematica.

Test di laboratorio

In assenza di segni o e sintomi che possono suggerire patologie di altra eziologia , come il sanguinamento rettale, la perdita di peso, febbre, ecc.

I test di laboratorio a cui sottoporre il paziente con sospetto di IBS sono:

  • L’esame del sangue prevede un emocromo completo per verificare la presenza di spie di infiammazione come PCR (proteina C reattiva), numero dei globuli bianche e VES (velocità di eritro-sedimentazione), per la diagnosi differenziale con MICI.
  • Per l’analisi differenziale con la Celiachia si richiederà il test per verificare la presenza di anticorpi anti-endomisio o anticorpi anti-transglutaminasi.
  • Si valuteranno anche l’albumina sierica, i valori nutrizionali e i valori di funzionalità d’organo, in particolare tiroide, così come la conta delle piastrine, il ferro e la ferritina per l’anemia.
  • L’esame delle feci indagherà la presenza di agenti infettivi per escludere malattie infettive, di sangue occulto e la calprotectina fecale.
  • In aggiunta possono essere richiesti test per valutare la presenza di intolleranza al lattosio (breath test).

Test strumentali

Tra i test strumentali e di Imaging indicati ci sono:

  • L’ecografia è l’indagine strumentale preferita per verificare il sospetto di intestino irritabile ed escludere MICI o altre patologie attraverso un esame veloce, non invasivo e poco costoso.
  • La colonscopia è l’esame che permette di escludere ogni dubbio di le altre patologie intestinali¸.
  • La proctosigmoidoscopia a fibre ottiche.

Esami quali: TC, esofagogastroduodenoscopia, clisma opaco, ed indagini radiologihe con contrasto del tenue, devono essere eseguiti solo in presenza di evidenti alterazioni obiettivabili.

I Sintomi dell’Intestino Irritabile

Conoscere i sintomi dell’intestino irritabile è utile per allertare i potenziali malati e favorire la diagnosi il più possibile precoce. Si tratta di sintomi delicati, spesso difficili da condividere soprattutto se all’esordio il dolore è ancora sopportabile.

Come per le MICI, la diagnosi precoce di intestino irritabile è importante, non solo per accedere alle cure, ma anche per imparare a gestire la sintomatologia in modo efficace e ritornare a una normale conduzione della propria vita.

I principali sintomi “sentinella” di intestino irritabile sono:

  • dolore addominale cronico di tipo crampiforme
  • alterazioni dell’avo, variabile tra diarrea e stitichezza a periodi di alternanza
  • sollievo del dolore dopo l’evacuazione e aumento dopo i pasti
  • aspetto delle feci variabile nella consistenza da acquose a secche, dure e/o granulose (Scala di Bristol) secondo il transito.
  • feci variabile nel volume
  • gonfiore (soprattutto nelle donne)
  • sensazione di urgenza e/o di evacuazione incompleta
  • sforzo per defecare
  • muco
  • stress
  • ansia e/o depressione

In base alle alterazioni dell’alvo, i criteri Roma IV classificano 4 tipi di Sindrome dell’intestino irritabile:

aCon stitichezza (IBS-C): feci dure granulose per il 25% del tempo (Bristol 1 o 2)

bCon diarrea (IBS-D): feci liquide o acquose per il 25% del tempo (Bristol 6 o 7)

cMisto (IBS-M): feci dure granulose si alternano a feci liquide o acquose, 25% (Bristol 1 o 2) e 25% (Bristol 6 o 7)

dNon classificabili (IBS-U): pazienti rientranti nei criteri diagnostici della sindrome del colon irritabile ma le cui abitudini non rientrano in uno degli altri tre gruppi.

La determinazione dei sintomi predominanti gioca un ruolo importante nella selezione dei test diagnostici, in seguito, per la scelta del trattamento farmacologico e dietetico.

In caso di IBS-C si valuta la prescrizione di Linaclotide, Lubiprostone, eventuali lassativi escludendo il lattulosio, mentre invece con IBS-D il farmaco di elezione è la loperamide, o difenossilato, adatto a rallentare la motilità intestinale, alosetron nelle donne refrattarie ad altri farmaci..

Il paziente con IBS-M infine sarà educato alla gestione della terapia secondo la fase in atto, la consistenza delle feci e la risposta clinica.

Se i farmaci classici non funzionano, il medico valuta la prescrizione di farmaci di seconda scelta, ovvero antidepressivi triciclici (TCA) o Inibitori del Reuptake della Serotonina (SSRI).

La componente depressiva sembra essere predominante in alcuni casi e, infatti, la valutazione della necessità di un intervento psicologico è considerata importante in presenza di intestino irritabile. Infine gli antispatici sono da consigliare al bisogno.

In tutti i soggetti, la terapia farmacologica deve essere associata a sane abitudini di vita e alimentari, in particolare un’attività fisica regolare e adatta al soggetto, momenti di relax e una dieta completa, varia ed equilibrata.

I pazienti affetti da sindrome dell'intestino irritabile, possono sempre sviluppare altre malattie gastrointestinali, il medico deve porre attenzione a variazioni dei sintomi e disturbi riferiti.

I cambiamenti caratteristici della sintomatologia (il tipo o l'intensità del dolore, la sede, la stipsi o la diarrea, le abitudini intestinali, ..) e la comparsa di nuovi sintomi (p.es., diarrea ad insorgenza notturna) non devono essere sottovalutati, poiché possono segnalare la presenza di un'altra patologia.

E’ bene pertanto sottoporre il paziente affetto da intestino irritabile, a periodici controlli.

Chi ha problemi di intestino irritabile deve imparare a gestire la propria dieta seguendo alcune regole utili per favorire il controllo dei sintomi.

Alcuni cambiamenti nelle abitudini alimentari hanno evidenziato effetti positivi sulla qualità di vita dei pazienti.

Infatti quando si parla di dieta per l’intestino irritabile ci si riferisce principalmente ad alcuni adattamenti delle proprie abitudini alimentari e ad un regime dietetico sano e bilanciato.

Nei pazienti che soffrono di IBS sindrome da intestino irritabile, è consigliabile evitare i cibi che, “fermentando”, favoriscono la comparsa dei sintomi.

Con l’acronimo Fodmap , “Fermentable Oligo-saccharides, Disaccharides, Mono-saccharides and Polyols”, ovvero oligosaccaridi, disaccaridi, monosaccaridi e polioli, micronutrienti dal potere fermentativo, s’identificano un gruppo di alimenti da evitare.

 In particolare gli accorgimenti e i consigli alimentari da seguire in presenza d’intestino irritabile sono:

  • Seguire una dieta regolare nel numero e nella frequenza dei pasti: è necessario concedere a ogni pasto il tempo necessario e masticare con calma. Evitare le abbuffate o di saltare i pasti e di far passare troppo tempo tra un pasto e l’altro
  • Bere almeno 1 litro e mezzo o 8 bicchieri di liquidi al giorno, favorendo sempre l’acqua come bevanda di elezione
  • Evitare bevande o tisane contenenti caffeina: si consiglia di limitare il consumo di tè e caffè a 3 tazze al giorno
  • Limitare o evitare il consumo di alcool e bevande gassate
  • Attenzione con i cibi a elevato contenuto di fibre:
    • evitare le fibre insolubili come la crusca, la farina integrale e il riso integrale che possono irritare ulteriormente l’intestino
    • limitare preferibilmente al bisogno (stitichezza) l’assunzione di fibre solubili
    • in caso di meteorismo o gonfiore l’avena a colazione o un cucchiaio di semi di lino sono di supporto alle normali funzioni intestinali
  • Evitare cibi precotti a base di amidi resistenti
  • Limitare il consumo di zuccheri semplici e a catena corta, e cibi che contengono carboidrati fermentabili FODMAP (oligosaccaridi fermentabili, disaccaridi, monosaccaridi e polioli), in particolare sorbitolo, mannitolo, fruttosio, presente nelle gomme da masticare o nei dolci, birra, caffè d’orzo, succhi e sciroppi, condimenti e brodi già pronti, in caso di diarrea, flatulenza e gonfiore.

I cibi a più alto contenuto di FODMAP

 

Oligosaccaridi
(Fruttani e GOS)

Fruttosio in eccesso

Lattosio

poliolo

Frutti

 

Mela, pera, mango, cocomero,  frutta essiccata

 

Pesche, albicocche, susine e altri frutti con nocciolo duro

Verdure

Aglio, cipolle, porri, scalogno, carciofi

Carciofi, asparagi, barbabietola, taccole

 

Funghi, cavolfiore, taccole

Pane e cereali

Tutti i prodotti contenenti frumento, orzo e segale: farine, pane, pasta, cereali da colazione, couscous, etc

   

Mais in chicchi

Legumi

Fagioli, piselli, lenticchie secche,

     

Noci e semi

Anacardi, pistacchi

     

Latticini

   

Latte, crema, latte condensato, gelati, yogurt

 

Dolcificanti

 

Miele, Sciroppo di glucosio-fruttosio

 

Prodotti senza zucchero

Altro

 

Succhi di frutta, Gomme da masticare

   

Fonte dei dati: Monash University, Melbourne, Australia

Gli alimenti che hanno più basso contenuto di FODMAP:

  • Frutta: banana matura, arancia, mandarino, uva, melone
  • Frutta secca: semi di zucca, mandorle (non più di una decina di pezzi), 
  • Verdura: carote, patate, lattuga, erba cipollina, zucchine, pomodoro, fagiolini,cetrioli,    
  • Ancora, carne, pesce, pollo, tofu, formaggi a pasta dura e prodotti caseari senza lattosio; avena riso, quinoa, prodotti senza glutine
  • Olio di semi ed extravergine d’oliva

La diagnosi di intestino irritabile è quindi la chiave per dare un nome a sintomi che rendono difficile la vita del malato ignaro e per accedere alle cure.

È lo step essenziale per renderlo consapevole ed educarlo a convivere serenamente con la malattia.

Una malattia che si deve imparare a gestire per vivere meglio, sia grazie alla terapia farmacologica che ad alcuni accorgimenti adattati al singolo individuo, come favorire uno stile di vita e una dieta sana e controllata.

Dove fa male quando c'è il colon infiammato?

La sindrome del colon irritabile si presenta con: Dolore o fastidio addominale: in genere è localizzato nella parte inferiore dell'addome; può essere di tipo continuo o crampiforme e di solito migliora dopo l'evacuazione.

Come sono le feci del colon irritabile?

alterata forma delle feci (feci grumose, a pezzi o acquose), passaggio delle feci alterato (sforzo, urgenza, o sensazione di evacuazione incompleta), gonfiore o sensazione di distensione addominale, presenza di muco.

Perché si infiamma il colon?

alterazione della motilità; alterazione del microbiota (ossia della fauna intestinale); alcune infezioni; alcuni farmaci, che possono creare un'alterazione della permeabilità e quindi favorire l'insorgenza dei sintomi.