Chiusura conto corrente cointestato a firma disgiunta

La differenza con la firma congiunta ed i poteri dei contitolari. Che succede in caso di decesso o di pignoramento.

Viene istintivo alle coppie che si sposano in regime di comunione dei beni aprire un conto corrente unico e cointestato. Vi confluiranno gli stipendi di entrambi e servirà a pagare le normali spese familiari. Sarà il conto di appoggio per un eventuale mutuo, verranno domiciliate le utenze, ecc. Raramente il rapporto bancario intestato a marito e moglie o alla coppia di conviventi ha le firme congiunte: ci vorrebbe il consenso di tutti e due anche per effettuare il più banale dei prelievi. Si opta quasi sempre, dunque, per la soluzione che consente di operare in autonomia. Ma il conto corrente cointestato a firme disgiunte come funziona?

Avere le firme disgiunte non significa per forza che ciascuno degli intestatari del conto possa fare tutto quello che vuole alle spalle dell’altro. Nel senso che potrà versare, prelevare, dare delle disposizioni su bonifici o pagamenti, ecc. Ma ci sono delle operazioni, come vedremo di seguito, sulle quali sarà necessario avere il consenso scritto del cointestatario, come può essere la chiusura del conto.

Indice

  • 1 Conto corrente a firme disgiunte: cos’è?
  • 2 Come funziona il conto corrente cointestato a firme disgiunte?
  • 3 Conto a firme disgiunte: che succede in caso di decesso?
  • 4 Conto a firme disgiunte: può essere pignorato?

Conto corrente a firme disgiunte: cos’è?

Va detto, innanzitutto, che il conto corrente a firme disgiunte è, a tutti gli effetti, un conto cointestato. Vuol dire che il rapporto con la banca viene sottoscritto da più persone, autonome da un punto di vista operativo su quasi tutti i movimenti che si possono effettuare sul conto stesso.

Trattandosi, dunque, di un conto cointestato, al momento dell’apertura dovranno essere presenti tutte le persone che risulteranno titolari del conto, muniti di carta d’identità e di codice fiscale, per depositare in banca la propria firma. La legge non pone alcun vincolo sul numero massimo di cointestatari né sulla necessità che tra di loro ci debba essere per forza un legame di parentela.

A quel punto, decideranno come vorranno che venga gestito il conto, se a firme congiunte o disgiunte, cioè se sarà necessario il consenso di tutti per qualsiasi tipo di operazione oppure se ciascuno degli intestatari sarà libero di operare come meglio crede.

Bisogna ricordare, però, che esiste in realtà una terza tipologia di conto corrente cointestato, cioè quella a «firme miste». Questa opzione vincola tutti i contitolari ad apporre la firma congiunta solo su alcune operazioni mentre per altre i cointestatari saranno liberi di operare liberamente.

Come funziona il conto corrente cointestato a firme disgiunte?

La caratteristica che contraddistingue il conto corrente cointestato a firme disgiunte è la facoltà di tutti i titolari di poter operare alla pari ed autonomamente sul conto stesso. Significa che non c’è bisogno, a differenza del rapporto a firme congiunte, del consenso di tutti per effettuare un prelievo o un versamento, un bonifico o un altro tipo di pagamento, per accreditare uno stipendio o per domiciliare un’utenza.

Come si diceva all’inizio, questa scelta viene fatta soprattutto dalle coppie di conviventi o di coniugi che vogliono «centralizzare» entrate ed uscite in un unico contenitore da cui attingere o in cui versare ciò che serve per la normale gestione della famiglia senza dover aprire (e mantenere) due conti correnti separati.

Ad ogni modo, è possibile passare in qualsiasi momento da un conto corrente cointestato a firma disgiunta ad uno a firma congiunta o viceversa: basta che tutti i titolari del conto facciano la relativa richiesta alla banca.

Allo stesso modo, tutti gli intestatari dovranno essere d’accordo sulla chiusura del conto, così come lo erano all’apertura. Tuttavia, l’operazione in sé può essere fatta anche da uno solo dei contitolari: l’importante è che gli altri dichiarino per iscritto di esserne stati informati e diano il proprio consenso all’operazione.

Se la chiusura del conto cointestato comporta il trasferimento del denaro depositato verso un altro conto di una diversa banca, l’operazione di chiusura viene predisposta dal nuovo istituto solo se la richiesta viene effettuata e sottoscritta da tutti i contitolari.

Conto a firme disgiunte: che succede in caso di decesso?

Se uno dei titolari del conto corrente cointestato a firme disgiunte viene a mancare, tutti gli altri possono disporre ugualmente dei soldi depositati, tranne la parte che corrisponde al defunto (o, meglio, ai suoi eredi). Questa somma verrà bloccata finché non sarà completata la successione.

Per essere più chiari: se il conto a firma disgiunta è intestato a due persone e una muore, il superstite potrà continuare ad utilizzare liberamente il 50% del denaro, mentre il restante 50% resta bloccato ai fini della successione.

Conto a firme disgiunte: può essere pignorato?

Abbiamo già detto che un conto corrente a firme disgiunte è comunque e a tutti gli effetti un conto corrente cointestato. Pertanto, l’eventuale pignoramento di un creditore nei confronti di uno dei contitolari interessa la sola quota di proprietà di quest’ultimo e non l’intera somma depositata sul conto.

Significa che non c’è un blocco totale ma resta la disponibilità del denaro di cui gli altri intestatari sono titolari. Tornando all’esempio di prima, se il conto è intestato a due persone ed il creditore agisce su una di loro, la quota dell’altro titolare è disponibile (leggi anche Pignoramento del conto corrente cointestato).


Cosa significa conto corrente cointestato a firma disgiunta?

In pratica, ciò significa che non c'è una sola persona a essere titolare del conto, ma più d'una; non ci sono vincoli a norma di legge per quanto riguarda il numero massimo di cointestatari, e non è necessario che ci sia un legame di parentela tra di loro.

Come togliere il nome da un conto corrente cointestato senza chiuderlo?

Per “uscire” dal conto cointestato sarà necessario comunicare all'istituto di credito – a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno o tramite posta elettronica certificata (Pec) – la propria volontà di recedere dal contratto, dandone anche comunicazione agli altri cointestatari.

Cosa accade se in caso di conto corrente cointestato muore una delle parti?

La parte delle somme del defunto presente sul conto, infatti, viene acquisita per il 50% dagli altri cointestatari e per il 50% dagli eredi della persona venuta a mancare.

Cosa succede se non si chiude il conto di un defunto?

Quando muore qualcuno che ha un conto corrente, la banca provvede immediatamente a bloccare il conto, finchè gli eredi (legittimi o testamentari) non si presenteranno a chiedere lo svincolo delle somme depositate sul conto.

Cosa si intende per firma disgiunta?

Firma disgiunta E dunque ciascuno dei titolari, in maniera del tutto autonoma, può fare bonifici, prelievi, pagamenti, senza avere l'autorizzazione del secondo cointestatario.