Non tutti i mici fanno la pasta allo stesso modo: alcuni usano due zampe, altri tutte e quattro, altri ancora usano gli artigli. In generale questo gesto è comune a tutti i gatti, e spesso viene accompagnato dalle fusa, che servono ad esprimere simpatia, piacere o un momento di
felicità. Questo movimento è detto anche “danza del latte” ed è un comportamento che il gatto conserva da quando era cucciolo. Il gattino, infatti, fa la pasta sul ventre della madre, intorno al capezzolo, per stimolare la fuoriuscita di latte. Contemporaneamente fa le fusa, per segnalare alla madre che è contento. Questo comportamento viene ripetuto anche dai gatti
adulti, che non di rado “fanno la pasta” con le fusa anche sul loro proprietario umano: ciò rappresenta una regressione infantile e viene messo in atto quando il gatto si sente estremamente rilassato e sicuro con lui. In questi casi il gatto usa dei comportamenti molto chiari, per dire al proprio genitore umano “coccolami”: per capire correttamente se il tuo
gatto vuole le coccole. Facendo la pasta il micio rilascia infatti delle endorfine, che lo aiutano a rilassarsi e a sentirsi a proprio agio e felice. Spesso infatti il gatto quando fa la pasta chiude gli occhi leggermente e mostra le unghie: questo non è assolutamente un atteggiamento aggressivo, ma serve anzi ad esprimere tutto l’affetto che
l’amico a quattro zampe prova per il proprio proprietario.Fare la pasta è un comportamento tipico dei gatti, caratterizzato dall’alternanza ritmica delle zampe spinte su un corpo morbido.
Fare la pasta o impastare è un bisogno del cucciolo di gatto
Ma fare la pasta può anche indicare un’altra abitudine dei gatti, ovvero il marcare il territorio. Sotto i cuscinetti delle zampe i mici hanno delle ghiandole che rilasciano segni odorosi. In questo modo, quando un felino fa la pasta su un cuscino o sulla gamba del proprietario, significa che sta indicando che quell’oggetto o soggetto è di sua proprietà.
“Fare la pasta” troppo a lungo: segno di disagio del gatto
Ci sono gatti che fanno continuamente la pasta, per ore: in questo caso il gatto manifesta un disagio, è stressato da qualcosa nell’ambiente (altri animali, bambini, cambi di casa o di mobili) e cerca di auto-tranquillizzarsi in questo modo. Compito dei genitori umani è capire cosa c’è all’origine di questo disagio e cercare di risolvere il problema, in modo da tornare a vivere serenamente il momento delle fusa insieme al proprio gatto. Per cercare di aiutare il micio a superare questo momento di stress è consigliabile dargli maggiori attenzioni, giocando con lui, dedicando più tempo alla toelettatura e coccolandolo. Ricordiamo infatti che le coccole del gatto hanno effetti distensivi non solo su di loro, ma anche sugli umani.
Quali sono invece le 10 cose di cui il tuo gatto non può fare a meno?
Il caratteristico “brontolio” che il gatto è in grado di produrre per ore e ore, anche con la bocca chiusa o mentre succhia il latte, è un suono gutturale doppio, risultato sia dell’inspirazione sia dell’espirazione. Le fusa sono infatti un segnale per comunicare alla madre che l’operazione di allattamento sta procedendo al meglio.
Di solito vengono fatte quando il gatto è contento, per esprimere una sensazione di amicizia, ma possono anche essere emesse quando è malato, ferito o moribondo. Anche in questi casi vuole infatti mandare un messaggio.
Manipolatori. Come spiega John Bradshaw, un etologo esperto di felini, il gatto può far le fusa anche quando è affamato o ansioso. Alcuni gatti continuano anche in situazioni di sofferenza.
Le fusa non rivelano lo stato emotivo del gatto ma sembrano essere ciò che gli etologi chiamano un segnale “manipolatorio”, una richiesta del tipo: “Mettiti vicino a me”. Nei loro rapporti con l'uomo, che prende un po' il posto della loro madre biologica, probabilmente se ne servono per comunicare il loro bisogno di attenzioni.
E gli altri felini? La frequenza (in hertz) a cui emettono le fusa e tra i 25 e i 50 Hz. I “grossi felini”, cioè gli appartenenti al genere Panthera (leoni, tigri, leopardi, giaguari), non fanno le fusa perché non hanno la struttura anatomica preposta. Però i loro cuccioli emettono vibrazioni simili e con un significato analogo, anche se diverse per suono e durata, perché vengono prodotte solo nella fase espiratoria (le vere fusa sono emesse anche nella fase inspiratoria). Questi felini sono invece caratterizzati dal ruggito.
I “piccoli felini”, come il gatto selvatico, la lince, il puma e altri, fanno le fusa ma non ruggiscono. Vi sono però ancora alcuni dubbi sul fenomeno delle fusa. Alcuni studiosi sostengono che il leopardo delle nevi le sappia fare e non ruggisca. E sa fare le fusa anche il ghepardo, che appartiene al genere Acinonyx.
Fotogallery Aoshima, l'isola dei gatti