Cosa fare con la resina degli alberi

Piccoli e pratici consigli su come trattare quell'

Piccoli e pratici consigli su come trattare quell'"appiccicosa" resina senza rovinare le diverse superfici

Cosa fare con la resina degli alberi

 

Con l'arrivo della primavera ci capita spesso di essere chiamati per rimuovere quella fastidiosa e seccante resina degli alberi da diverse superfici (Pavimenti da esterno, legno, marmo, piastrelle, parquet). La presenza di resina è sinonimo di un albero in salute, ma questo effetto collaterale non può e non deve farci rinunciare alla possibilità di avere un bel giardino nè costringerci a convivere con questo noioso inconveniente. Cosa si può fare allora? Il primo consiglio che sentiamo di darvi è evitare quello che istintivamente verrebbe da fare: lavare con acqua e strofinare. Infatti questo metodo rischia di peggiorare la situazione, finendo per "spalmare" la resina su una superficie più ampia. La prima cosa da fare dovrebbe essere quella di togliere il "grosso" con una lama, un' operazione che richiede molta pazienza e che deve essere svolta senza fretta. In seguito trattare la parte restante con un solvente a base di alcol, benzina o con acidi a bassa corrosività a seconda della superficie da trattare, procendendo con molta cautela ( e testando sempre prima il risultato su una piccola area). Speriamo di esservi stati utili e consigliamo di avvalervi della competenza di imprese del settore con personale qualificato per ottenere il risultato desiderato. 

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Dici resina, e pensi alla sostanza appiccicosa che non si toglie dai tessuti e rimane sulle dita per ore. 

La resina, però, può essere anche un ingrediente. Sì, proprio così: quella sostanza che si raccoglie incidendo la parte più esterna del tronco di un albero (tecnica chiamata resinazione) e che, fondamentalmente, è una secrezione della pianta, può diventare edibile.

Curiosi di saperne di più?

La resina in cucina

Quasi tutte le resine di origine vegetale sono prodotte dalla pianta in seguito a un processo di “gommosi”. Oltre che come gomme da masticare, si usano in cucina, anche in virtù delle proprietà fitoterapiche che spesso – come le resine – hanno. Un esempio? Nel Panjiri, dessert tipico di alcune regioni di India e Pakistan a base di farina vegetale di grano, vengono mischiate con frutta secca e cristalli polverizzati di gomme vegetali.

Cosa fare con la resina degli alberi

È molto popolare in Grecia e Turchia. Retsina è il nome del tradizionale vino bianco greco aromatizzato con la resina di pino d’Aleppo, che esiste almeno da 2.000 anni. Si dice che le anfore in cui si trasportava nell’antichità venissero tappate proprio con tale resina, e da qui la scoperta della sua aromaticita. Ypovríchio è invece il nome del tipico dolce al cucchiaio – da immergere nell’acqua e passarsi tra commensali – a base di mastice, tipico della tradizione greca.

Cosa fare con la resina degli alberi

Il mastice si ricava dall’omonimo albero (il cui nome scientifico è Pistacia lentiscus, il lentisco, un arbusto sempreverde), il cui nome viene proprio dal greco "masticare": in molte lingue mastice è sinonimo di gomma, ed infatti come chewingum si usa da sempre. In Grecia  così come a Cipro, in Libano, Turchia e nei Paesi del Magreb, questa resina si usa per aromatizzare varie specialità gelatiere e dolciarie. In Egitto e Marocco viene anche impiegata in alcune preparazioni salate.

Usi "alternativi" della resina

Le resine possono fossilizzare e dare origine a materiali come l’ambra. In Paesi quali la Lituania, l’ambra viene utilizzata per aromatizzare il liquore, il tè, o persino il formaggio. Come probabilmente sapete con alcune resine, ambra in testa, si fabbrica da millenni preziosa gioielleria. Commestibile? Possibile! Qualche artista pasticcere potrebbe aver ornato le sue torte con monili di resina da gustare…

Se invece volete conservare il vostro cibo preferito, potete pensare proprio alla resina: usate in passato per la conservazione alimentare, la loro versione artificiale è oggi oggetto di tentativi – casalinghi e non; artistici o meno - di mantenere i cibi in eterno. Come la pizza di Steph Mantis. 

Cosa fare con la resina degli alberi

La resina in Italia

Sapevate la composizone dell'orzata? Il dolcissimo sciroppo nostranoviene aromatizzato con la resina di benzoino, resina gommosa e balsamica estratta dalla corteccia dell'arbusto tropicale Styrax benzoin, dal gusto che ricorda la mandorla amara.

Anche Carlo Cracco ha ceduto al fascino della resina e propone un piatto di pasta semplicissimo: rigatoni alla resina di mastica e funghi porcini crudi. La resina va sciolta in poca acqua ed evo, unita alla panna e ai funghi tagliati con l’affetta-tartufi.

Se siete incuriositi all'idea di raccogliere la resina, informatevi da Wood*ing: l'innovativo laboratorio italiano propone corsi ed escursioni per imparare la conservazione e l'utilizzo del cibo selvatico, tra cui resine e linfa di betulla – che dà una bevanda aromatizzata al sambuco.

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Cosa si può fare con la resina dei pini?

Pino. La corteccia è impregnata di una resina rossiccia e diffonde un profumo caldo e balsamico se gettata nel fuoco. Le fumigazioni con il pino hanno un effetto rivitalizzante e corroborante. I vapori della resina rafforzano i polmoni e sono utili per rinvigorire i bambini di debole costituzione.

Come si scioglie la resina degli alberi?

Versate un po' di alcol denaturato su un panno come prima azione aggressiva. Potrebbe bastare a portare a termine il lavoro. Se non funziona, passate a un prodotto specifico per la rimozione di resina d'albero, residui d'insetto o catrame, disponibile presso negozi di ricambi e ferramenta.

Cosa si produce con la resina?

Le resine vengono utilizzate nell'industria chimica per la realizzazione di vernici, collanti e solventi come ad esempio acquaragia e olio di trementina. Fossilizzando la resina si tramuta in ambra sostanza che fin dall'antichità è stata utilizzata per realizzazione di monili e gioielli.

Perché il pino fa la resina?

La resina è una sostanza che viene prodotta dall'albero in maniera fisiologica ed ha una serie di finalità pratiche di utilità per la pianta: da un lato infatti la protegge da insetti e agenti patogeni, oltre che dagli agenti atmosferici estremi come forti venti o grandi calori; inoltre è un ottimo cicatrizzante in ...