Canzone di lucio dalla attenti al lupo

Fine Anni '90, c'era il sogno infranto delle «notti magiche», ma arrivò la canzone di Lucio Dalla a risollevare l’umore nazionale. In quella stagione, se per il cantautore la Capitale era la città dei miracoli, le Tremiti e il Gargano rappresentavano la vastità del mare

09 Marzo 2022

Liborio Conca

Verso la fine del 1990, reduci dal sogno infranto delle notti magiche, arrivò una canzone a risollevare l’umore nazionale. Tutti, adulti e bambini, cantavamo «Attenti al lupo», la canzone di Lucio Dalla che dilagava dalla televisione – fu scelta da Pippo Baudo come sigla di Fantastico – fino alle radio e alle musicassette incise da ascoltare in macchina. Scritta da Ron, «Attenti al lupo» fu il singolo trainante di Cambio, uno degli album più venduti da Lucio in carriera.

Nella foto di copertina, un ragazzo è seduto a un tavolo tra due donne: lui, l’unico a guardare l’obiettivo, è un giovanissimo Lucio Dalla, mentre le donne sono la madre, Jole Melotti, e la cugina Silvana Scaglioni. Chissà quante tra le persone che hanno passato Cambio di mano in mano sanno che lo scatto di copertina è stato preso a Manfredonia, dove Dalla trascorreva le estati in gioventù: Jole, la madre, era lì di casa per lavoro, e portava con lei il suo bambino-ragazzo, già enfant prodige appassionato di jazz.

«Dice che era un bell’uomo e veniva, e veniva dal mare», cantò di lì a poco. Non ha torto chi sostiene che Dalla sia stato più di tutti il cantante che ha unito l’Italia, o perlomeno che ha saputo metterla d’accordo, passando dalla musica più alta a quella popolare, dal cantautorato raffinato ai ritornelli buoni per spaccare le frequenze radio, proprio come «Attenti al lupo». All’unità musicale, poi, Dalla ha affiancato una specie di singolare unità geografica: gli scenari delle canzoni passano dalla sua Bologna fino alla Sorrento di Caruso, e ancora a Milano.

In questo viaggio italiano, un discorso a parte meritano la Puglia – il Gargano, in particolare – e Roma, la città dove ha vissuto per diverso tempo. «È la notte dei miracoli fai attenzione / Qualcuno nei vicoli di Roma / Ha scritto una canzone», canta Lucio in «La sera dei miracoli»; vagando per Trastevere, nella parte più protetta dal trambusto quotidiano della movida e dei turisti che affollano le stradine del quartiere, le stesse parole compaiono su una targa affissa alla parete di una palazzina ritinteggiata da poco. Siamo in vicolo del Buco, un angolo riparato che si allunga da via della Luce: qui ha vissuto Lucio Dalla nel suo periodo romano, e proprio in queste strade trasse l’ispirazione per La sera dei miracoli.

La canzone è una fotografia in versi delle festose notti vissute dalla città ai tempi delle prime edizioni dell’Estate romana, il cartellone estivo inventato dal geniale assessore alla Cultura di quegli anni, Renato Nicolini. «Avevo visto Roma incendiata da feste, da canti, da gente ubriaca bene. Davvero un momento di gioia collettiva», raccontava Lucio. Si intravedeva ormai l’inizio degli Ottanta, e la voglia di mettersi alle spalle l’aspra stagione degli anni di piombo si riversava nelle strade con frenesia e gioia di vivere; Dalla, in questi vicoli, ne catturava l’energia. A Roma, Lucio ebbe modo di rafforzare l’amicizia con Francesco De Gregori – i due lavorarono insieme a Banana Republic, che fu album e memorabile tour – e di lavorare e incidere negli studi RCA della Capitale.

Negli stessi anni, se per Dalla Roma era la città dei miracoli, le Tremiti e il Gargano rappresentavano la vastità del mare e un’ispirazione più riflessiva, quasi metafisica. Fu nella casa nell’isola di San Domino, buen retiro alle Tremiti, che Lucio pensò e scrisse un altro capolavoro, «Com’è profondo il mare». «Siamo noi, siamo in tanti, ci nascondiamo di notte / per paura degli automobilisti, dei linotipisti», è l’attacco di una canzone che in una lunga allegoria evoca il ‘77 da una versione intima, mentre la musica ondeggia evocando il moto del mare. Fu la prima canzone di cui Lucio Dalla fu interamente autore, l’alba di una nuova storia per il cantautore più italiano di tutti, il ragazzino che ancora ci sorride da quel tavolo al bar di Manfredonia.

TESTO

C'è una casetta piccola così
Con tante finestrelle colorate
E una donnina piccola così
Con due occhi grandi per guardare
E c'è un omino piccolo così
Che torna sempre tardi da lavorare
E ha un cappello piccolo così
Con dentro un sogno da realizzare
E più ci pensa,
Più non sa aspettare
Amore mio non devi stare in pena
Questa vita è una catena
Qualche volta fa un po' male
Guarda come son tranquilla io
Anche se attraverso il bosco
Con l'aiuto del buon Dio
Stando sempre attenta al lupo,
Attenti al lupo
Attenti al lupo...
Living together
Living together...
Laggiù c'è un prato piccolo così
Con un gran rumore di cicale
E un profumo dolce e piccolo così
Amore mio è arrivata l'estate
Amore mio è arrivata l'estate
E noi due qui distesi a far l'amore
In mezzo a questo mare di cicale
Questo amore piccolo così ma tanto
Grande che mi sembra di volare
E più ci penso
Più non so aspettare
Amore mio non devi stare in pena
Questa vita è una catena
Qualche volta fa un po' male
Guarda come son tranquilla io
Anche se attraverso il bosco
Con l'aiuto del buon Dio
Stando sempre attenta al lupo
Attenti al lupo
Attenti al lupo
Living together...
Living together...

ALBUM E INFORMAZIONI

La canzone Attenti al lupo si trova nell'album Cambio uscito nel 1989 per Pressing Line.

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L'articolo Lucio Dalla - Attenti al lupo testo lyric di Lucio Dalla è apparso su Rockit.it il 2022-03-23 15:23:38

In che anno è uscita la canzone di Lucio Dalla Attenti al lupo?

Attenti al lupo è una canzone scritta da Ron e cantata da Lucio Dalla nel 1990. È tratta dall'album Cambio.

Cosa vuol dire Attenti al lupo?

È un modo di augurare il meglio a chi deve prendere parte a una competizione, cioè deve farsi largo tra lupi. Lasciarli a bocca aperta significa sottrarsi alla loro famelicità, oppure sottrarre a loro la preda comune.

Chi è l'autore di Attenti al lupo?

Rosalino CellamareAttenti al lupo / Compositorenull

Qual è il vero nome di Lucio Dalla?

Cantautore, clarinettista, regista, visionario, nato a Bologna il 4 marzo 1943, figlio unico di Giuseppe e di Iole Melotti.

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