Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto musica

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Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospettoLingua originalePaese di produzioneAnnoDurataRapportoGenereRegiaSoggettoSceneggiaturaProduttoreCasa di produzioneDistribuzione in italianoFotografiaMontaggioMusicheScenografiaCostumiTruccoInterpreti e personaggiDoppiatori originali

Una foto di scena del film ritraente Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan
italiano
Italia
1970
112 min
1,85:1
grottesco, thriller, giallo, poliziesco, noir
Elio Petri
Elio Petri, Ugo Pirro
Elio Petri, Ugo Pirro
Marina Cicogna, Daniele Senatore
Vera Film
Euro International Film
Luigi Kuveiller
Ruggero Mastroianni
Ennio Morricone (dirette da Bruno Nicolai)
Carlo Egidi
Angela Sammaciccia
Franco Corridoni

  • Gian Maria Volonté: il "Dottore"
  • Florinda Bolkan: Augusta Terzi
  • Gianni Santuccio: Prefetto
  • Orazio Orlando: brigadiere Biglia
  • Sergio Tramonti: Antonio Pace
  • Arturo Dominici: Mangani
  • Aldo Rendine: Nicola Panunzio
  • Massimo Foschi: marito di Augusta
  • Aleka Paizi: governante del Dottore
  • Vittorio Duse: Canes
  • Pino Patti: capo Reparto Intercettazioni
  • Salvo Randone: idraulico
  • Fulvio Grimaldi: Patanè
  • Vincenzo Falanga: Pallottella

  • Ileana Zezza: Augusta Terzi
  • Gianni Marzocchi: Antonio Pace
  • Giampiero Albertini: Canes
  • Corrado Gaipa: idraulico
  • Renato Cortesi: Patanè

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è un film del 1970 diretto da Elio Petri e interpretato da Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan. È considerato uno dei migliori film del regista e uno dei migliori in Italia, tanto che venne inserito nella lista 100 film italiani da salvare. Il film vinse il Grand Prix Speciale della Giuria al 23º Festival di Cannes[1] e il Premio Oscar al miglior film straniero 1971, nonché una candidatura per la migliore sceneggiatura originale agli Oscar dell'anno dopo.

Trama[modifica | modifica wikitesto]

Roma. Il giorno stesso della sua promozione al comando dell'ufficio politico della Questura, un dirigente di Pubblica Sicurezza (del quale per tutta la durata del film non viene fatto il nome e che in fase di sceneggiatura viene individuato come l'Assassino), fino a quella mattina capo della sezione omicidi, uccide con una lametta Augusta Terzi, la propria amante, nell'appartamento di lei.

Il film è realizzato con la tecnica dei flashback in cui si rivela che Augusta invitava il commissario ad abusare del proprio potere o a narrarle particolari scabrosi cui aveva assistito nelle vesti di poliziotto o, ancora, lo provocava parlandogli di una sua relazione con un giovane «rivoluzionario», in realtà lo studente anarchico Antonio Pace, che vive nel suo stesso palazzo.

Consapevole e allo stesso tempo incapace di sostenere il potere che egli stesso incarna, il poliziotto dissemina la scena del delitto di prove e, durante le indagini, alternativamente ricatta, imbecca e depista i colleghi che si occupano del caso. Se in un primo momento ciò che guida il protagonista pare essere l'arroganza di chi confida nella propria insospettabilità, la veridicità di questa convinzione viene via via smentita dai fatti.

Il poliziotto assassino, in virtù della vittoria dell'ordine costituito, finisce per agognare la propria punizione, che tuttavia gli viene preclusa dal suo potere e dalla sua posizione: l'unico testimone dei fatti, l'anarchico individualista Pace, non vorrà denunciarlo per poterlo ricattare («Un criminale a dirigere la repressione: è perfetto!», esclama durante l'interrogatorio).

Il protagonista oramai deciso sulla sua posizione autopunitiva, consegna una lettera di confessione ai suoi colleghi, e - invocando quale unica attenuante il fatto di essere stato continuamente preso in giro dalla propria vittima - s'impone gli arresti domiciliari: a casa, nell'attesa del suo arresto ufficiale, si addormenta e sogna di essere costretto dai suoi superiori e colleghi, che analizzano e rifiutano la validità degli indizi e delle prove, a firmare la "confessione della propria innocenza".

Al risveglio, con l'arrivo dei pezzi grossi della polizia, lo attende il vero finale che non viene però svelato dal regista ed è lasciato in sospeso. Il film si chiude con l'immagine delle tapparelle che si abbassano nella stanza in cui il protagonista ha appena ricevuto gli inquirenti, mentre sullo schermo appare infine una citazione di Franz Kafka: «Qualunque impressione faccia su di noi, egli è un servo della legge, quindi appartiene alla legge e sfugge al giudizio umano».

Colonna sonora[modifica | modifica wikitesto]

La comune predilezione per i timbri espressivi dell'iperbole, del grottesco, dello "straniamento di matrice brechtiana",[2] rendono il connubio tra Elio Petri e il musicista Ennio Morricone uno dei più produttivi, quantitativamente e qualitativamente, del cinema italiano. La colonna sonora di Indagine, che pare aver esercitato una notevole impressione sullo stesso Stanley Kubrick[3], ne rappresenta, forse, il vertice. Qui, la contaminazione tra ambito classico ed ambito popolaresco (ad esempio il mandolino suonato come fosse un clavicembalo) con gli "inserti ritmicamente imprevedibili del marranzano, del sax soprano e del contrabbasso elettrico"[2] risultano perfettamente funzionali nell'accompagnamento dei moti convulsi della psiche disturbata del protagonista.

Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]

Il film venne distribuito nel circuito cinematografico italiano nell'inverno del 1970, in date diverse da città a città: il 12 febbraio venne presentato a Milano, a Roma arrivò nei cinema il 20 febbraio, mentre a Torino fu distribuito a partire dal 3 marzo.

La pellicola uscì in un periodo politicamente molto incandescente in Italia ed in special modo a Milano, ad appena due mesi di distanza della strage di piazza Fontana (che diede avvio agli anni di piombo ed alla strategia della tensione), della morte violenta dell'anarchico Giuseppe Pinelli e dell'arresto di Pietro Valpreda, venne accompagnata dal divieto alla visione ai minori di 14 anni, ed era in forte odore di un imminente sequestro, richiesto da alcuni dirigenti della questura di Milano, i quali, presenti alla prima del film il 12 febbraio, avevano lasciato indignati la proiezione prima della fine.[3]

Sia per la decisione del sostituto procuratore Giovanni Caizzi - lo stesso che successivamente avrebbe prosciolto Il fiore delle Mille e una notte di Pier Paolo Pasolini -, sia per probabili considerazioni di ordine politico[4], il film non fu sequestrato.

Accoglienza[modifica | modifica wikitesto]

Per quanto si trattasse di un film complesso, denso di riferimenti culturali e artistici (da Bertolt Brecht a Wilhelm Reich, da Karl Marx a Franz Kafka[5], dal thriller politico all'americana al grottesco[3]), che furono forse maggiormente recepiti all'estero[6], l'accoglienza del film in Italia fu fortemente condizionata dai recenti avvenimenti politici interni.

Il film, fin dall'inizio, divenne oggetto di confronto politico, nonostante iniziasse con la dicitura "Ogni riferimento a persone o fatti è puramente casuale". L'allora periodico quindicinale Lotta Continua lo elogiò, vedendo nel personaggio interpretato da Gian Maria Volonté la figura del commissario Luigi Calabresi, accusato dal movimento extraparlamentare di essere responsabile della morte di Pinelli.[6] La sua sola uscita era stata salutata da Giovanni Grazzini, sulle colonne del quotidiano italiano Corriere della Sera come «[...] un importante passo avanti verso una società più adulta, tanto più sicura di sé e della democrazia da potersi permettere di criticare istituti tenuti per sacri [...]».[7] Ugo Pirro ricorda: «Ci avevano detto che saremmo finiti in carcere: era una tale bomba.»[4]

L'incombere della minaccia di sequestro ed i recenti avvenimenti politici concorsero a un immediato successo: «L'affluenza del pubblico nelle sale era enorme e in alcuni casi fu necessario interrompere la circolazione dei veicoli, data la lunghezza delle file alle biglietterie. La gente si accalcava perché non credeva ai propri occhi.»[4] In seguito a tale successo, una parte della critica di sinistra, quella in particolare che faceva riferimento alle riviste Ombre rosse e Quaderni piacentini,[8] rivolse a questo, come ad altri successivi film di Elio Petri, l'accusa di spettacolarizzare a scopo economico i processi sociali e politici.[3]

Incassi[modifica | modifica wikitesto]

Il film, con un incasso di 1.928.240.000 lire dell'epoca, si classificò all'ottavo posto tra i film di maggiore incasso in Italia della stagione cinematografica 1969-70[9], mentre, considerando i più omogenei dati relativi ai film in prima visione in sedici città capozona, nella stagione agosto 1969-luglio 1970, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto fu sesto in assoluto con 690.191.000 lire di allora d'introito.[9]

Critica[modifica | modifica wikitesto]

«Volevo fare un film contro la polizia, ma a modo mio.»

(Elio Petri)

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto è il primo film di una trilogia (proseguita con La classe operaia va in paradiso del 1971 e La proprietà non è più un furto del 1973), frutto della collaborazione con lo sceneggiatore Ugo Pirro, in cui vengono messi in scena i motivi centrali della vita politica italiana dell'epoca[7], rendendo Elio Petri un bersaglio privilegiato nello scontro critico e politico interno alla sinistra negli anni settanta.[7]

Per Maurizio Porro, il film di Petri è un thriller spinto sul grottesco, travestito da giallo ma con lo scopo di denunciare le patologie del sistema poliziesco in clima da Sessantotto e dintorni[10]. Era stato inizialmente concepito come un'elaborazione del tema dostoevskiano della sfida di un assassino alla giustizia[11] e come una riflessione sui meccanismi psicologici che, a partire dal nostro bisogno interiore di una figura paterna, ci rendono alleati di un potere autoritario e repressivo, «... facendo di tutti noi dei bambini.»[11][12] La valenza più dichiaratamente politica venne al film dalla scelta di un commissario di polizia per la parte dell'assassino.[11] La più generale riflessione sui meccanismi del potere, e sull'immunità di chi lo esercita, veniva situata nell'Italia repubblicana, in cui per 25 anni la polizia aveva «[...] perpetrato per le strade decine e decine di condanne sommarie contro masse indifese di operai e contadini [...] senza che nessuno avesse [...] mai pagato per tutti questi morti.»[5]

Durante un incontro con Elio Petri per discutere del film, il regista e critico cinematografico Alexandre Astruc ebbe a dire: "Per una volta, un'analisi che risulta lucida, intelligente, tagliente come un bisturi, invece di essere pretenziosa, invece di essere strumentale, invece di deplorare l'insicurezza o di far uso di slogan come le solite analisi. [Quella di Petri] È un'analisi interna, un'analisi umana. Per me, i maestri di Petri sono Visconti, Renoir. C'è la testa e c'è il cuore. Senza cervello, non c'è cuore. Senza cuore, non c'è cervello."[13]

Il film è stato poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare.[14]

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

  • 1971 - Premio Oscar
    • Miglior film straniero (Italia)
    • Candidatura Migliore sceneggiatura originale a Elio Petri e Ugo Pirro
  • 1971 - Golden Globe
    • Candidatura Miglior film straniero (Italia)
  • 1970 - Festival di Cannes
    • Grand Prix Speciale della Giuria a Elio Petri
    • Premio FIPRESCI a Elio Petri
    • Candidatura Palma d'Oro a Elio Petri
  • 1972 - Kansas City Film Critics Circle Award
    • Miglior film straniero

  • 1970 - David di Donatello
    • Miglior film a Daniele Senatore e Marina Cicogna
    • Miglior attore protagonista a Gian Maria Volonté
  • 1971 - Nastro d'argento
    • Regista del miglior film a Elio Petri
    • Miglior attore protagonista a Gian Maria Volonté
    • Miglior soggetto a Elio Petri e Ugo Pirro
    • Candidatura Miglior produttore a Daniele Senatore e Marina Cicogna
    • Candidatura Miglior sceneggiatura a Elio Petri e Ugo Pirro
  • 1970 - Globo d'oro
    • Miglior film a Elio Petri
    • Miglior attore a Gian Maria Volonté

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (EN) Awards 1970, su festival-cannes.fr. URL consultato il 2 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 14 ottobre 2013).
  2. ^ a b Sergio Miceli, L'evoluzione della musica di Ennio Morricone, in Flavio De Bernardinis (a cura di), Storia del cinema italiano, vol. XII, 1970-1976, Venezia-Roma, Marsilio-CSC, 2008.
  3. ^ a b c d Teresa Biondi, Elio Petri: l'indagine infinita, in Flavio De Bernardinis (a cura di), Storia del cinema italiano vol. XII, 1970-1976, Venezia-Roma, Marsilio-CSC, 2008.
  4. ^ a b c Ugo Pirro, Il cinema della nostra vita, Torino, Lindau, 2001.
  5. ^ a b Jean A. Gili, Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, in Paola Cristalli (a cura di), Dizionario critico dei film, Milano, Istituto della enciclopedia italiana fondata da Giovanni Treccani, 2004.
  6. ^ a b Peppino Ortoleva, Impegno, riformismo, militanza, in Flavio De Bernardinis (a cura di), Storia del cinema italiano vol. XII, 1970-1976, Venezia-Roma, Marsilio-CSC, 2008.
  7. ^ a b c Gian Piero Brunetta, Il cinema italiano contemporaneo. Da "La dolce vita" a "Centochiodi", Bari, Laterza, 2007.
  8. ^ Goffredo Fofi, Capire con il cinema. 200 film prima e dopo il '68, Milano, Feltrinelli, 1977.
  9. ^ a b Flavio De Bernardinis (a cura di), Storia del cinema italiano, vol. XII, 1970-1976, Venezia-Roma, Marsilio-CSC, 2008.
  10. ^ Maurizio Porro, Il poliziotto Volonté uccide l’amante e svia le indagini, in Corriere della Sera, 17 agosto 2022, p. 43.
  11. ^ a b c Ugo Casiraghi (a cura di), inserto redazionale supplemento al n° 83 de l'Unità dell'8 aprile 1995.
  12. ^ Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1969), su eliopetri.net. URL consultato il 2 maggio 2014.
  13. ^ Tratto da un servizio televisivo mandato in onda dalla TV francese il 25 ottobre 1970, all'interno del programma intitolato Le journal du cinema.
  14. ^ Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su retedeglispettatori.it. URL consultato il 2 maggio 2014.

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
  • Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
  • Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su MYmovies.it, Mo-Net Srl.
  • Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Movieplayer.it.
  • Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net.
  • Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Internet Movie Database, IMDb.com.
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su AllMovie, All Media Network.
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Rotten Tomatoes, Flixster Inc.
  • (EN, ES) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su FilmAffinity.
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su Metacritic, Red Ventures.
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su TV.com, Red Ventures (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2012).
  • (EN) Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.

V · D · M

Film di Elio PetriAnni 1960Anni 1970
L'assassino (1961) · I giorni contati (1962) · Il maestro di Vigevano (1963) · Alta infedeltà: Peccato nel pomeriggio (1964) · La decima vittima (1965) · A ciascuno il suo (1967) · Un tranquillo posto di campagna (1968)
Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970) · Documenti su Giuseppe Pinelli: Ipotesi su Giuseppe Pinelli (1970) · La classe operaia va in paradiso (1971) · La proprietà non è più un furto (1973) · Todo modo (1976) · Le mani sporche (1978) · Buone notizie (1979)
Controllo di autorità
VIAF (EN) 182165056 · LCCN (EN) no2011087478 · GND (DE) 7751943-7 · BNE (ES) XX5021672 (data) · BNF (FR) cb162246111 (data)

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