Come si fanno gli aghi delle siringhe

Sebbene la maggior parte delle persone ritenga che la siringa sia un prodotto banale, perché di uso comune, in realtà rappresenta l’apice di uno sforzo continuo di miglioramento tecnologico e di ricerca finalizzata alla creazione di dispositivi efficaci nella somministrazione di terapie farmacologiche iniettive e di prelievo.

Le pietre miliari dell’evoluzione tecnologica
1853 siringa di Pravatz
1924 siringa per insulina

1 ml vetro

1950 siringhe per applicazioni speciali
1960 siringhe in plastica monouso siringhe per iniezione, infusione e per applicazioni speciali
1990 siringhe Latex Free

L’ideazione della prima siringa è attribuita al medico-chirurgo Charles Gabriel Pravatz che nel 1853 iniziò a adoperare tale strumento per iniettare coagulanti nel sangue; essa era fabbricata in vetro e metallo e veniva riutilizzata su più pazienti dopo essere stata lavata, con il rischio di contaminazione.

Nel 1924 fu introdotta la prima siringa graduata in unità di insulina.

Nel frattempo, la siringa era divenuta completamente in vetro, un materiale che consente una re-sterilizzazione più sicura.

Tuttavia, nella pratica quotidiana le siringhe in vetro non potevano essere sterilizzate in modo appropriato; per tale motivo nel corso degli anni ’50 furono introdotte le prime siringhe monouso in plastica, polipropilene e polietilene, le quali contribuirono grandemente alla riduzione del rischio di infezione crociate.

Ciò nonostante, errate considerazioni economiche ritardarono l’adozione di tali siringhe in Europa fino alla fine degli anni ’70.

Il successivo sviluppo della siringa ipodermica fu l’adozione di gommini di tenuta in isoprene sintetico in sostituzione di quelli in lattice naturale, che potevano causare degli shock anafilattici (a volte mortali) alle persone affette da allergia al lattice.

In seguito, la diversificazione della gamma ha permesso di estendere l’uso della siringa a terapie sempre più diversificate.

Ad esempio, per consentire la somministrazione continua endovenosa o sottocutanea di anestestetici o chemioterapici, è stato introdotto l’uso di siringhe in combinazioni con pompe; a differenza della siringa per iniezione, quelle per pompa presentano una maggiore scorrevolezza del pistone capace di garantire la regolarità nella somministrazione.

Per la somministrazione di farmaci fotosensibili sono state sviluppate particolari siringhe ambrate in grado di preservare il contenuto da raggi ultravioletti.

Per la somministrazione di piccoli volumi di farmaco, per i quali il dosaggio è particolarmente delicato, sono state sviluppate siringhe prive dello spazio morto racchiuso nel cono della siringa.

Particolarmente importante è stato lo sviluppo di siringhe e aghi per le somministrazioni di insulina ai pazienti diabetici.

Le siringhe utilizzate per la somministrazione di insulina sono piccole, dotate di una scala graduata in Unità Internazionali di insulina, e hanno in genere i caratteri scritti in corpo maggiore, per venire incontro alle specifiche esigenze dei pazienti diabetici.

Inoltre, accanto alla classica siringa tradizionale i pazienti diabetici hanno a disposizione una speciale “penna” caricata con delle cartucce pre-riempite per poter effettuare più iniezioni sostituendo solo l’ago.

Attualmente la ricerca è impegnata nella realizzazione di aghi sempre più sottili, di dispositivi di sicurezza capaci di proteggere gli operatori da eventuali contatti o punture accidentali con materiale biologico infetto e di sistemi innovativi per la somministrazione di farmaci (come nel caso dell’iniezione intradermica senz’ago, ad alta pressione).

Tutte le siringhe utilizzate per iniettare farmaci e soluzioni hanno delle caratteristiche strutturali simili. la tecnica iniettiva è una peculiarità della professione dell'infermiere che partendo da concetti comuni sceglie la siringa più adatta all'uso.

Guardando l'immagine sotto, si possono subito avere tante informazioni, spero di aggiungerne altre.

Osserviamo subito le tre parti principali, il pistone, la camicia e il cono.

Il pistone è l'asta su cui applichiamo una forza per creare una differenza di pressione, a sua volta lo possiamo suddividere in 3 parti:

1, l'estremità a contatto con le dita ha una forma circolare o ovalare dove sono presenti almeno due alette in modo da consentire la presa con le dita e quindi applicare una forza con il pollice;

2. lo stelo del pistone è di forma diversa a seconda delle dimensioni, la forma preferita vede una sezione a croce, con un diametro leggermente inferiore a quello della camicia, in questo modo il contatto con la superficie interna non genera attrito e riduce potenziali effetti contaminanti;

3. una guarnizione o gommino, di solito nero, ce ne sono anche verdi, la guarnizione deve aderire perfettamente e suddivide lo spazio sterile da quello non sterile.

La camicia è il corpo centrale della siringa, la dimensione varia a seconda del volume, è costituita anch'essa da più parti:

a: la flangia crea due alette su cui il medio e l'indice faranno presa attorno alla camicia e in opposizione all'azione del pollice.

b: la scala graduata, sarà più o meno precisa a seconda della funzione, di solito una siringa è suddivisa in millilitri (ml) che sono numerati, così la scala di una siringa da 5 ml avrà i numeri da 1 a 5, fra i numeri delle tacche di solito 4 che suddividono 5 spazi da 0,2ml. Ci sono anche siringhe che hanno suddivisioni più precise fino a 0,1ml.

Il cono della siringa è il punto di uscita del liquido o il punto di raccordo di uno spike, di un ago o di un  butterfly, ne possiamo avere di due tipi, quello semplice o quello che consente un innesto più saldo chiamato luer lock. La differenza dipende dalle pressioni esercitate e dalla necessità di sicurezza del raccordo con l'ago.

Il materiale con cui è fatta una siringa moderna è una plastica opaca latex free, sterile e monouso, le siringhe hanno avuto un'evoluzione storica ed un utilizzo di materiali molto diversi nel tempo (vedi l'articolo Siringa per intramuscolare, la prima, la più antica?)

Quindi cosa montiamo sulla siringa?

La siringa ha un cono da dove fuoriesce la soluzione farmacologica che abbiamo preparato e su di esso viene montato un cono leggermente più grande, che ha una forma che favorisce la presa e nella parte apicale un bordo che favorisce il fissaggio in caso di raccordo luer lock.

La siringa potrà essere usata per funzioni diverse a seconda di cosa montiamo sul cono:

1) niente, in caso si voglia fare un utilizzo per lavaggio di ferite o venga raccordata direttamente ad altri strumenti diagnostici ecografici o radiologici o venga usata su raccordi luer-lock o needleless connector,

2) Spike, sistemi con filtro utilizzati nella diluizione dei farmaci.

3) Aghi di grosso calibro se vogliamo diluire farmaci.

4) Aghi di calibro adeguato per la terapia iniettiva.

5) Butterfly se la siringa viene usata per prelievi venosi difficili.

L'ago in foto ha una caratteristica, la punta cava e la forma della punta che ne definisce gli effetti quando fora: se usato su di una persona, il bordo della punta è tagliente e consente un passaggio velocee meno traumatico della pelle, se usato per diluire quel tipo di ago ha un effetto detto "carotante", termine di tipo minerario da carotaggio, che si vede bene con i frustoli che si creano quando si forano i gommini di gomma grigia.

L'ago usato per i sistemi port-a-cath è di tipo non carotante o non coring in questo modo le guarnizioni dei port sono garantite per decine di migliaia di fori e per anni.

La foto sopra ha anche due righe una rossa e una blu, che evidenziano:

La riga blu evidenzia le aree che possiamo toccare con mano, mani ben lavate o con i guanti (noti come DPI per proteggere noi, se sterili a protezione anche del paziente).

La riga rossa è la parte sterile, quella interna della camicia e quella esterna dell'ago, il cono dell'ago è di transizione, lo tocchiamo per innestare l'ago sulla siringa e basta, dopo lo si tocca il meno possibile, la parte rossa deve venire a contatto solo con soluzioni e superfici sterili, la parte rossa dell'ago deve essere esposta all'aria lo stretto indispensabile.

Conclusioni:

La siringa è lo strumento più utilizzato dall'infermiere e la conoscenza dettagliata è l'elemento che distingue il professionista dall'utilizzatore occasionale, troppo spesso si danno per scontati strumenti di uso quotidiano

Come viene fatta una siringa?

Attualmente la maggior parte delle siringhe è realizzata in plastica, monouso, con l'ago preinnestato. In passato veniva usato il vetro e le siringhe venivano riutilizzate previa sterilizzazione in autoclave o semplice bollitura in ambito casalingo.

Come si chiama il coso della siringa?

L'ago è uno strumento utilizzato nella pratica medico-chirurgica, quasi sempre sterile, utile all'iniezione di fluidi, sospensioni, gel, in un qualsiasi distretto corporeo, oppure per il prelievo di un fluido.

Quanto è lungo l'ago di una siringa?

L'ago da utilizzare è quasi sempre standard nelle siringhe preconfezionate (20-21 G, lunghezza 40 mm).

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